Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Spettacoli » TV

Perché Oggi è un altro giorno non va in onda su Rai 1: il motivo del cambio di programma

Di Marco Nepi
Pubblicato il 17 Nov. 2022 alle 13:09 Aggiornato il 17 Nov. 2022 alle 13:12

Perché Oggi è un altro giorno non va in onda: il motivo

Perché Oggi è un altro giorno oggi – giovedì 17 novembre 2022 – non va in onda su Rai 1? Il programma condotto da Serena Bortone non viene trasmesso a causa dello sciopero indetto dai lavoratori Rai. Il Sindacato nazionale autonomo produzione tv (SNAP) si è fermato e questo ha già causato alcune modifiche al palinsesto e non solo quello del mattino ma anche quello del pomeriggio. A farne le spese anche Oggi è un altro giorno che quindi oggi non andrà in onda su Rai 1 come da programma. Come per BellaMa, verrà trasmesso il “meglio di…”.

Motivi

Abbiamo visto perché Oggi è un altro giorno non va in onda, ma quali sono i motivi dello sciopero in Rai? Lo Snap ha proclamato lo sciopero del 17 e del 18 novembre 2022: “decadimento della qualità del lavoro nel CPTV di Roma minata ed erosa continuamente soprattutto da agenti esterni; clima di tensione vissuto dal dipendente nello svolgimento delle attività produttive dovuta alla cronica carenza di organico; fallimento della formazione professionale dei nuovi assunti, alcuni dei quali addirittura si dimettono e lasciano la Rai, formazione ridotta a mera formalità burocratica senza alcun tipo di attenzione alle inclinazioni professionali dei giovani e volta unicamente ad arginare la cronica carenza di organico; mancato riconoscimento del merito e della crescita professionale, relegato ormai alla simpatia e alla benevolenza dei singoli uffici o ancor peggio alla lottizzazione sindacale, arrecando danno al patrimonio professionale dell’azienda e una grave distorsione del metodo meritocratico; stravolgimento dei modelli produttivi e delle figure professionali ad uso e consumo degli uffici con conseguente confusione di ruoli livelli e responsabilità; aberrante gestione delle risorse umane che nega diritti e propina vessazioni; reiterata violazione degli istituti contrattuali che mirano unicamente a penalizzare economicamente il lavoratore; certa e incontrovertibile responsabilità della catena decisionale aziendale in ogni ordine e grado incapace e inadeguata ad assolvere il proprio compito specie in questi ultimi anni”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version