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Vittorio Feltri (di nuovo) contro Greta Thunberg: “Fosse mia figlia la prenderei a schiaffi”

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 18 Dic. 2019 alle 08:30 Aggiornato il 18 Dic. 2019 alle 09:38

Feltri contro Greta Thunberg: “Fosse mia figlia la prenderei a schiaffi”

“Vorrei che Greta fosse mia figlia per poterla prendere a schiaffi”. A parlare, scagliandosi per l’ennesima volta contro l’attivista svedese Greta Thunberg, è il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri. Durante un’edizione del Tg4 il giornalista Giuseppe Brindisi ha parlato della polemica scoppiata tra la 16enne promotrice del movimento Friday for Future e le ferrovie tedesche: la società Deutsche Bahn ha risposto a un tweet della Thunberg che, mentre era di ritorno Deutsche Bahn dalla Cop25 di Madrid sulla tratta Francoforte-Amburgo, ha postato una foto che la ritraeva seduta a terra tra le valige accompagnata dalla frase “Viaggio su un treno sovraffollato attraverso la Germania e finalmente torno a casa”.

La Deutsche Bahn, leggendo quel post come una critica al servizio di treni, ha infatti replicato al tweet scrivendo che “sarebbe stato più gentile” se l’attivista avesse “anche citato il modo amichevole e competente” con cui era stata trattata dal “personale in prima classe”. Greta ha poi a sua volta risposto alla società di ferrovie smentendo qualsiasi intenzione di creare una polemica per un supposto disservizio e la questione si è chiusa lì.

Un episodio che serve appunto al conduttore del Tg4 per interpellare i due ospiti in collegamento, Roberto D’Agostino di Dagospia e, appunto, Vittorio Feltri, e chiedere la loro opinione sul messaggio della Thunberg e sul fatto che molti la reputano “antipatica”. “Greta Thunberg è brava a cercarsi antipatie, ma ha svegliato i giovani”, ha commentato D’Agostino, mentre quelle più dure sono state le affermazioni del direttore di Libero. “Non credo che il pianeta sia malato – ha sentenziato Feltri – credo invece che siano malati i suoi abitanti che si riducono a seguire una piccola sciocchina come Greta”.

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