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Sanremo, la storia dell’interprete che ha tradotto le canzoni nella Lingua dei Segni

Di Marta Vigneri
Pubblicato il 10 Feb. 2020 alle 12:32 Aggiornato il 10 Feb. 2020 alle 18:11

 

Sanremo tradotto nella Lingua dei Segni

Il Festival di Sanremo 2020 ha catalizzato l’attenzione dei media italiani e del pubblico per più di una settimana, rivelandosi una delle edizioni più seguite di sempre. L’ultima serata della kermesse musicale ha totalizzato in media 11 milioni e 476mila spettatori con il 60,6 per cento di share.

Ma tra i vari filoni da seguire e a cui appassionarsi, dai travestimenti di Achille Lauro al colpo di scena di Bugo che ha abbandonato Morgan sul palco, dallo scontro tra Fiorello e Tiziano Ferro alle performance delle 11 co-conduttrici, quasi nessuno si è accorto della vera novità dell’anno: la presenza di 15 interpreti che hanno tradotto ogni brano nella Lingua dei Segni, un servizio offerto dalla Rai per i non udenti in occasione della 70esimo edizione del Festival.

Tra i 15 interpreti c’è Zena Vanacore, un infermiere originario di Maddaloni, in provincia di Caserta, che ha lasciato per una settimana il suo lavoro all’Ospedale casertano Sant’Anna e San Sebastiano proprio per prestare servizio durante il Festival.

Zena ha 28 anni e una storia molto particolare alle spalle: ha imparato la Lingua dei Segni direttamente dalla madre non udente quando era bambino. E la sua vocazione è diventata un vero e proprio mestiere dopo la morte della donna, Concetta Grazioso, autrice del libro “Diversa figlia di diversi”.

La perdita della madre ha spinto Zena a continuare la sua opera di assistenza verso i sordi.

A Sanremo l’interprete ha permesso di rendere migliori le serate di chi non può ascoltare la musica del Festival, lanciando un messaggio di accessibilità e inclusione ai tanti non udenti che quest’anno, per la prima volta, hanno potuto partecipare all’evento musicale più seguito del Paese.

I video di Zena e dei suoi colleghi che traducono le canzoni in Lingua dei Segni sono movimentati e toccanti. E rivedere la scena in cui Morgan si ritrova solo sul palco dopo aver cantato un pezzo del brano che avrebbe dovuto interpretare insieme a Bugo restituisce in modo diverso e originale la stessa sensazione di sorpresa dopo il colpo di scena.

La scena di Morgan lasciato sul palco tradotta nella Lingua dei Segni

 

 

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