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Scene di massacro nell’ultimo video di Madonna, è bufera negli Usa: “Così offende le vittime delle stragi”

Madonna ultimo video
Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 4 Lug. 2019 alle 18:01 Aggiornato il 4 Lug. 2019 alle 18:02

Madonna ultimo video – È bufera sull’ultimo video di Madonna, “God control”, estratto del nuovo album “Madame X”. L’intenzione della popstar americana era quella di inviare un forte messaggio contro il libero uso delle armi negli Stati Uniti.

E invece la clip ha sortito esattamente l’effetto opposto: le immagini di cadaveri insanguinati di alcuni giovani uccisi dopo una sparatoria hanno sollevato un vero polverone.

“La storia che state per vedere è molto disturbante. Mostra scene di violenza con la pistola. Ma è una cosa che accade ogni giorno e deve essere fermata”: si legge poco prima che inizi il video.

Nella clip vengono poi mostrati dei filmati di repertorio sulle stragi nelle scuole tra ambulanze, studenti scortati dalla polizia e proteste dei manifestanti anti armi. Quindi il messaggio finale: “Sveglia. Nessuno è al sicuro. Controllo delle armi ora”.

Il riferimento di Veronica Ciccone, in arte Madonna, è chiaramente alla strage di Orlando del 12 giugno 2016 quando, nel night club Pulse, un uomo aprì il fuoco sulla folla  uccidendo 49 persone.

Durissime le proteste dei sopravvissuti come Emma Gonzales, studentessa 19enne sfuggita a un’altra strage, quella del liceo Parkland in California del 14 febbraio 2018, ora attivista per il controllo delle armi.

“Ci ho pensato su qualche giorno, assicurandomi di trovare le parole giuste: il nuovo video di Madonna per la ‘God Control’ è un casino, è orribile”, ha scritto la ragazza su Twitter.

“Avrebbe dovuto avvisarci sui contenuti del video soprattutto avvertire le vittime del Pulse, perché il video è stato pubblicato subito dopo l’anniversario della strage del 12 giugno”, ha continuato la giovane.

“Non è questo il modo giusto di fare prevenzione della violenza delle armi. Se vuoi sostenere il movimento fai una donazione a chi ne ha bisogno, in questo caso alla ‘One Pulse Foundation’ e ascolta le storie vere di chi è sopravvissuto. Le persone che lavorano nella comunità per la prevenzione della violenza sanno come parlarne ma non la maggior parte delle celebrità”.

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