Fedez torna a parlare della rissa con Cristiano Iovino e dei legami con alcuni ultras del Milan. Nel suo libro L’acqua è più profonda di come sembra da sopra, parla della sua adolescenza affermando che è stata “terribile. Ho frequentato le peggiori compagnie di Milano. Che erano anche le più belle, per altri versi. Ho collezionato esperienze, ho fatto conoscenze che mi hanno portato dove sono ora. Ma erano ambienti pericolosi”. E ancora: “Se oggi sapessi che mio figlio esce e va a fare quello che facevo io, sarei molto preoccupato per la sua incolumità. I miei mi lasciavano libero e non si rendevano effettivamente conto di cosa facessi: avevano una visione parziale, non sapevano che frequentavo dei giri importanti, un ambiente non molto sano. Microcriminalità, spaccio, e non solo. Anche se poi è vero che, se nasci in un contesto di quel tipo, devi farci i conti. Credo sia inevitabile”.
Il cantante, poi, torna a parlare del caso Iovino e dell’amicizia con Luca Lucci e gli ultras del Milan: “A completare un anno di merda, nella primavera del 2024 è scoppiato il caso Iovino. È dall’adolescenza che frequento cattive compagnie: se mi beccano a delinquere con loro, pagherò il prezzo e risponderò dei reati. Ma ricordo che si può delinquere anche con le buone compagnie. Bisognerebbe giudicare le azioni, non se le facce con cui mi accompagno sono quelle giuste o quelle sbagliate…. Sono libero di uscire con chi voglio. Non mi sono mai macchiato di crimini, ma mi capita di frequentare persone che ne hanno commessi: dunque?…Se, per ipotesi, dei tizi della curva vanno a picchiare della gente, e Luca Lucci è ai domiciliari, cosa ne sa lui di cosa combinano queste persone? Luca Lucci non sapeva nulla di cosa facevano queste persone. Ci sono intercettazioni in cui Luca Lucci cazzia alcuni della curva quando scopre che facevano risse e cose del genere, perché si stavano ripulendo. E comunque non erano solo miei amici: erano amici di tutti”.