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Venezia 78, Sorrentino: “Al funerale dei miei genitori pochi amici. Oggi c’è tutta la classe che siete voi”

Paolo Sorrentino. Credit: ANSA/ETTORE FERRARI
Di Clarissa Valia
Pubblicato il 12 Set. 2021 alle 12:18 Aggiornato il 12 Set. 2021 alle 12:34

Festival di Venezia, il discorso di Paolo Sorrentino | VIDEO

La 78esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia ha premiato Paolo Sorrentino con il Leone d’argento – Gran premio speciale della giuria per il suo film “È stata la mano di Dio”. Sul palco il regista, ricevendo il premio e con gli occhi lucidi, ha detto: “Sono leggermente emozionato. […] Volevo ringraziare mia moglie che mi sopporta da 20 anni”.


Poi scherzando ha continuato: “A chi mi dice ma perché fai un altro film con Toni Servillo, io dico: guardate dove sono arrivato facendo i film con Toni Servillo”. Dopo le risate in sala per la battuta sull’attore protagonista di gran parte dei suoi film, sono arrivate le lacrime.


Sorrentino ha ringraziato il suo produttore Nicola Giuliano: “Devo ringraziare quelli che mi hanno accolto da ragazzo, Antonio Capuano e Umberto Contarello, ma soprattutto il mio primo produttore e il mio più caro amico Nicola Giuliano” ha detto il regista con la voce rotta e le lacrime agli occhi.

Infine Sorrentino ha voluto parlare di “due scene che nel film non ci sono: un sogno che non ho fatto, un ometto di 1,60 metri su un campo di calcio che vi ringrazia, e che si chiama Maradona e che ci crediate o no questo è il più grande premio che voi possiate ottenere, che Maradona vi ringrazia. E poi, nel giorno del funerale dei miei genitori il preside della mia scuola mandò solo una rappresentanza di quattro compagni di classe e non tutta la classe e io ci rimasi malissimo, però questo non ha più importanza perché oggi è venuta tutta la classe, che siete voi“.

“Sì, probabilmente farò dei film più semplici” ha detto il regista , parlando del cambiamento stilistico del film ‘È stata la mano di Dio’. “Può essere che questo film sia un punto di svolta nel senso che ho scoperto una certa semplicità, che alcuni chiamano maturità. Io preferisco pensare di rimanere immaturo però magari andando avanti ho scoperto che ci sono cose non necessarie: funziona nella vita come nel cinema“.

Sul suo attuale rapporto con il cinema, Sorrentino ha aggiunto: “Ho capito adesso dopo tanti anni che l’unico momento in cui sono veramente a mio agio nel mondo è quell’intervallo di tempo tra quando dico ‘azione’ a quando dico ‘stop’. Quindi devo riconoscere che il cinema mi ha dato la possibilità di sentirmi dove devo stare. Per il resto, come tanti di noi, sono a disagio”.

Quanto al potere terapeutico di un film che racconta la parte più dolorosa della sua storia, Sorrentino ha spiegato in un’intervista a Repubblica: “Cosa mi ha dato questo film ancora non lo so, è un po’ a rilascio lento. Almeno per me che sono piuttosto rallentato. Quindi tra sei mesi saprò dire cosa mi ha dato. Sicuramente condividere queste esperienze in maniera così costante dopo tanti anni che erano solo un monologo mio interiore, penso che sia di grande aiuto. Non è né liberatorio né terapeutico ma comincio a parlare così tanto con tutti voi dei miei dolori che comincio ad annoiarmi dei miei dolori e quindi pian pianino sto scivolando in una discreta felicità“, ha concluso.

Sorrentino Leone d’Argento, il video completo del discorso

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