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I capolavori da recuperare: Election

Di Matteo Vicino
Pubblicato il 21 Apr. 2021 alle 19:14 Aggiornato il 21 Apr. 2021 alle 19:39

I capolavori da recuperare: Election

Prima di tutto, l’informazione più importante: Election è un capolavoro, lo potete noleggiare o comprare per pochi Euro su Amazon.

Che Alexander Payne fosse un talento, con alti e bassi certo, ma un talento, è noto all’industria. E Vincitore di Oscar. Qualche anno fa Michele Gammino, uno dei più grandi doppiatori italiani, voce di Harrison Ford, Richard Gere, Kevin Kostner e molti altri tra cui Jack Nicholson, mi disse: “A proposito di Schmidt è il più bel film di Nicholson che ho doppiato”. E come dargli torto. Graffiante, feroce, un film strepitoso. Il regista di quel film è Alexander Payne, che alla sua seconda opera scrisse e diresse Election. Un film magistrale, pensato, scritto e diretto in maniera sublime. Nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura. E ai Golden Globe per l’interpretazione, da lacrime dalle risate, di Reese Witherspoon.

Election è esilarante. E forse il suo essere contestualizzato come commedia, il suo essere prodotto da MTV, e non da una Major, condannò questo film, che per scrittura e narrativa è oggettivamente superiore.

Una giovanissima Reese Witherspoon (il film è del 1999) è una studentessa perfezionista, arrivista e non particolarmente simpatica. Matthew Broderick, attore di capacità raffinatissime, è il professore e vice-preside di un liceo americano, teatro della battaglia tra i due. La storia parte dalle elezioni del collegio studentesco, ma è solo un pretesto per parlare di meritocrazia, talento, seduzione, politica, sempre nei toni di un Alexander Payne giovane e al suo meglio. Con risate, continue, ammirate nel talento di scrittura dell’autore, costanti.

Election è uno di quei film magici che puoi riguardare mille volte, non ha nulla di meno rispetto a capolavori come “When Harry met Sally”, ha un impianto narrativo di livello assoluto, si rimane ammirati nel capire come sia stato difficile rendere così divertente e semplice la rotazione drammaturgica di sei personaggi con due punte. La forza di Payne è trasformare in divertente ciò che non è divertente per nulla, e la sua capacità di guardare nelle contraddizioni e nella debolezza dei suoi personaggi. Non si salva nessuno, o quasi. Ogni scena è messa al punto giusto, con i tempi giusti, con le battute perfette giocate nei momenti perfetti. Fermi immagine esilaranti, situazioni grottesche e davvero crudeli dal punto di vista comico, e un ultimo atto in cui tutto, ma proprio tutto, va a rotoli. E’ un film che rimane impresso anche nel finale, triste ed esilarante.

E’ questo il talento di Payne. Rendere il fallimento una impresa comica. Il film è stato distribuito in Italia nel 2000, con incassi tutto sommato accettabili. Ma il paese era già entrato nella spirale della mediocrità, e forse il film non è stato capito del tutto. Anche negli Stati Uniti il successo non è stato deflagrante. Ecco perché ho deciso di inaugurare questa rubrica con questo film. Perché è stato sfortunato, ma, credetemi, è bellissimo. Di Payne recuperate “A proposito di Schmidt” e “Nebraska”, entrambi bellissimi.

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