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    Sondaggi politici, cosa pensano gli italiani dei fondi della Russia alla Lega

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 17 Lug. 2019 alle 10:10 Aggiornato il 17 Lug. 2019 alle 11:32

    I presunti fondi russi alla Lega e il ruolo di Savoini, il collaboratore di Salvini. L’isolamento del Carroccio nell’Unione Europea e le continue crepe all’interno del governo giallo-verde. Il sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera ha chiesto agli italiani cosa ne pensano delle vicende che hanno avuto come protagonista il partito del ministro degli Interni Matteo Salvini. Secondo il 35 percento degli intervistati, la vicenda dei presunti fondi al Carroccio è molto grave.

    Il 23 percento la ritiene abbastanza grave mentre il 12 percento pensa sia poco grave. Il 13 percento, invece, giudica i presunti legami con la Russia per niente grave. Il restante 17 percento non ha alcun giudizio sulla questione.

    I sondaggi politici del 17 luglio: le sanzioni alla Russia

    Ipsos ha ulteriormente indagato l’opinione degli italiani sul tema dei rapporti con la Russia, chiedendo agli intervistati come giudicano la decisione dei capi di governo dell’Ue di mantenere le sanzioni nei confronti di Mosca.

    Secondo il 39 percento degli intervistati, si è trattato di “una scelta sbagliata” perché l’Unione Europea “dovrebbe impegnarsi per migliorare le relazioni commerciali e diplomatiche con la Russia”. Al contrario, per il 38 percento quella delle sanzioni è una “scelta giusta, l’Ue deve mantenere una posizione ferma in risposta all’annessione illegale di parte dell’Ucraina”. Il restante 23 percento non si è espresso.

    Gli ultimi sondaggi di Ipsos: i contrasti del governo giallo-verde

    Al centro dell’indagine Ipsos, anche la stato di salute dei rapporti del governo giallo-verde. Secondo il 46 percento dei soggetti intervistati, i contrasti tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Salvini “sono il sintomo di un conflitto che potrebbe mettere a rischio la tenuta del governo nei prossimi mesi”. Per il 38 percento degli intervistati ritiene che i contrasti siano rientrino nella “parte della normale dialettica politica tra le istituzioni”.

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