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Dungeons and Dragons non è (più) una cosa da ragazzini. Almeno negli Stati Uniti

Di Lucandrea Massaro
Pubblicato il 30 Apr. 2019 alle 12:42 Aggiornato il 30 Apr. 2019 alle 12:44

GIOCHI DA TAVOLO – Una notizia che ha circolato poco, perfino tra gli addetti ai lavori, sono le cifre che Kickstarter ha divulgato pochi giorni fa: in un decennio, nella sua sezione dedicata al gaming (da tavolo, per pc, giocattoli), KS ha ospitato oltre 17 mila progetti finanziati (non sappiamo quanti invece non sono andati a buon fine) per un totale di un miliardo di dollari di sottoscrizioni da parte di oltre 3 milioni di iscritti.

Numeri importanti che definiscono sempre di più l’uscita di questo settore dallo stato di minorità. Se ormai è noto che i videogiochi smuovono budget paragonabili ai film di Hollywood, non tutti sanno che anche nel settore più di nicchia del gioco da tavolo le cifre iniziano ad essere importanti.

Giochi da tavolo | Kickstarter milionari

Dai 9 milioni di dollari per Exploiding Kitten (ne parlavamo qui), fino al supplemento dedicato a come si gestisce un castello e un feudo, ideato per la quinta edizione di Dungeons and Dragons, da Matt Colville dal titolo evocativo: “Strongholds & Streaming”.

Quanto hanno stanziato gli appassionati? Oltre 2 milioni di dollari. Anche lui finisce nella Top 100 dei progetti più finanziati di sempre. Ed è sempre il tema di D&D che scalda il cuore (e alleggerisce i portafogli) degli appassionati.

Uno dei più bei progetti di sempre è quello legato a Critical Role, di Matthew Mercer, un canale Twitch che trasmette una lunga e appassionante campagna di D&D, molto curata e che è diventata punto di riferimento per i cultori del gioco di ruolo anche per l’elevata qualità tecnica (i giocatori/protagonisti sono tutti attori professionisti). Critical Role ha lanciato un KS per realizzare una serie a cartoni animati: The Legend of Vox Machina. Quasi 89 mila persone hanno sottoscritto oltre 11 milioni di dollari di pledge.

Giochi da tavolo | La cultura pop ama DnD

E’ dunque evidente che da passione di nicchia, almeno negli USA, il fenomeno del gioco di ruolo e del suo titolo più famoso è diventato fenomeno di massa, grazie anche a fortunate serie come Big Bang Theory, ma ancora di più grazie al gusto retrò di Stranger Things, in cui tutta la serie gira attorno a D&D (uscirà tra l’altro un box introduttivo proprio legato al franchise di Netflix) e grazie al fatto che diverse star hanno dichiarato la loro passione per “il gioco di ruolo più famoso del mondo” come Vin Diesel, Joe Manganiello, James Franco, Jon Favreau e la star di True Blood e Daredevil Deborah Ann Woll che ha pure il suo show a tema, dove fa la Dungeon Master sul sito di Geek and Sundry.

Uno show dal titolo Relics and Rarities. Non solo, Joe Russo, uno dei registi del fortunatissimo “Avengers: Endgame”, è stato anche regista della serie “Community” con ben due episodi dedicati ad una vecchia edizione di D&D.

I riferimenti nella cultura pop quindi non mancano, ed è interessante notare come due delle testate più blasonate della stampa mainstream, il New York Times e il Washington Post, abbiano – a distanza di pochi giorni – dedicato ciascuno un articolo positivo su D&D. Condividere insieme una avventura, condividere insieme una storia e costruire un immaginario collettivo è visto come qualcosa di positivo, che strappa le nuove generazioni all’abbraccio soffocante dei social network.

Basta stare piegati sullo smartphone, guardatevi in faccia sembra dire Annalee Newitz nel suo articolo per il NYT, e che ricorda – in una società ipercompetitiva come quella americana aggiungiamo noi – che a D&D lo scopo non è vincere, è giocare insieme, una narrazione cooperativa dove quello che conta è divertirsi raccontandosi storie.

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Giochi da tavolo | E in Italia?

Il fenomeno sta emergendo, c’è chi sta seguendo, in piccolo ma con grande serietà, le orme di Mercer e di Critical Role con InnTale, un progetto collegato a due realtà molto forti nella comunità italiana del gioco di ruolo: la pagina satirica “Sesso Droga e D&D” e la rivista Player.it.

Una lunga campagna al gioco Pathfinder (che potremmo riassumere come uno spin off di D&D) che rasenta le 150 mila persone iscritte al relativo canale di Youtube. Numeri importanti e in crescita.

Per ora non ci sono Vip all’orizzonte pronti a fare coming out e a dichiararsi fan del gioco di ruolo, ma del resto da noi è arrivato con quasi un decennio di ritardo, ma i giocatori di oggi possono essere gli influencer di domani.

Di notevole interesse è l’annuncio, di pochi giorni fa, che all’imminente Salone del Libro di Torino, uno dei momenti più importanti per l’editoria libraria italiana, per la prima volta verrà concesso dello spazio alle realtà editoriali legate al gioco da tavolo e di ruolo, così come viene spiegato in questo post della pagina ufficiale del Salone:

Un segnale che anche nella cultura mainstream alcune acquisizioni come una idea sempre più ampia di storytelling si fa largo. Era del resto una posizione che avevamo avuto modo di conoscere grazie alle parole del game designer Andrea Chiarvesio, che alla Holden di Torino ha tenuto un corso.

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