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Un albero per ogni bimbo nato

Più verde nelle città per Legge

Di Marianna Sansone
Pubblicato il 14 Mar. 2013 alle 10:30

Se fai piani per un anno, semina grano.

Se fai piani per un decennio, pianta alberi.

Se fai piani per la vita, informa ed educa le persone.

Voglio iniziare la mia nuova avventura su The Post Internazionale con questo proverbio cinese. Perché sono convinta del fatto che le azioni siano influenzate dal punto in cui si posa il nostro sguardo. Quante cose non faremmo se vivessimo solo “qui ed ora”? Ed è per questo dal 2008 mi interesso di ecologia con un progetto: Econote.it, proprio come questo blog. Sono convinta che i piccoli gesti di tutti i giorni pensati e organizzati in prospettiva siano fondamentali per iniziare un cambiamento di paradigma.

Quale migliore inizio di un bimbo che nasce e un albero che viene piantato? Adesso la legge prevede che nei Comuni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti per ogni bambino o bambina nato o adottato venga piantato un albero. La legge è quella del 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” in Gazzetta Ufficiale qui. L’albero dovrà essere piantato entro i sei mesi del bimbo, vale a dire prima dei dentini o dei primi passi. E annualmente andrà fatto un censimento delle piantumazioni da parte del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico istituito presso il presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

A ben guardare nel 1992 – trenta anni fa – era già stata introdotta una norma simile, la Cossiga-Andreotti n.113. Mi piace pensare che questo restyling della legge sia dovuto a un nuovo terreno fertile, con un significato per metà simbolico e per metà pratico, per ripopolare il verde nelle città e provare a guardare al decennio che verrà.

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