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Italiani: risparmi in calo dal 1995, la speranza è digital

Di Redazione TPI
Pubblicato il 27 Feb. 2019 alle 18:51 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:20

Che l’Italia riesca sempre meno a risparmiare è ormai un assunto! È anche vero che le nuove tecnologie potrebbero aiutarci notevolmente nel fornire un supporto adeguato per spendere il nostro denaro in maniera più saggia e consapevole.

Questa la posizione di Francesco Luongo, presidente del Consumers for Digital Payments, che conta una coalizione di associazioni di consumatori della quale fanno parte anche Udicon, Movimento Difesa del Cittadino e Assoconsum.

In più, considerato che i dati Ocse hanno registrato un crollo sull’incidenza del risparmio nelle famiglie italiane passando dal 16 per cento nel 1995 (prima della crisi, dunque) ad un ridottissimo 2,4 per cento del 2017, le ambizioni di ripresa sembrano quantomai lontane, così come la speranza che gli italiani inizino davvero a metter da parte un gruzzoletto per sé o per la prole, in vista di una pensione INPS, ormai miraggio di un orizzonte ben più che sfocato.

L’Ocse afferma che, però, la rivoluzione è possibile ed è digital. Secondo le medesime analisi pare sia iniziato un periodo storico che prevede l’aumento dell’età media dei consumatori, la scarsa spesa pubblica nonché una bassa natalità in contrapposizione al continuo aumento dell’e-commerce che cresce, sì a ritmi sostenuti, ma cresce!

Ma perché accade tutto questo? In cosa ci aiuta la spesa online rispetto alla spesa fisica? Quali sono i suoi vantaggi e quali i suoi punti deboli?

Beh, innanzitutto la prima cosa che possiamo e dobbiamo sottolineare è che la spesa online è comoda e relativamente conveniente, almeno in termini di flessibilità. Non bisogna abbandonare il proprio divano e soprattutto non è necessario allontanarsi dalle comodità della propria abitazione, basta avere uno smartphone, un pc, un tablet: internet diventa il nostro centro commerciale.

Possiamo trovare davvero tutto ciò che ci serve e soprattutto comparare i prezzi (mossa fondamentale per tutti coloro che vogliano ottenere un risparmio concreto pur acquistando di persona) è più facile che mai! Per passare da un negozio all’altro ci vuole tempo mentre per spostarsi di ecommerce in ecommerce non c’è bisogno di attendere oltre il tempo di un click. Grazie alla tecnologia è facile riuscire ad appuntare i siti dove abbiamo acquistato i prodotti migliori al prezzo più basso, nonché affidarci alle reviews degli altri consumatori che vi abbiano speso prima di noi!

Ecco che, in questo modo, si risparmiano tempo e denaro; ce lo insegnano i giovani fondatori di Espertodelrisparmio.com, un sito web nato dalla necessità di ottimizzare i risparmi dei due soci (entrambi meno che trentenni) e aumentare i loro guadagni, su cui è possibile rinvenire pratici consigli di “vita quotidiana” utili a instradare i lettori verso questo complesso compito: mettere da parte denaro, in qualsiasi modo (legale s’intende, ndr).

Le spese affrontate di mese in mese, generalmente in crescita di anno in anno visto anche il fattore “aumento dell’inflazione” o comunque, più banalmente, del costo della vita, non pare subiranno un arresto complessivo almeno per i prossimi 15 anni, compiacente la stessa tecnologia che mentre da un lato fornisce un valido aiuto, dall’altro incrementa la quantità di interessi e prodotti a cui destinare il proprio denaro.

Si hanno beni di prima necessità e costi relativi alle utenze domestiche ma non mancano spese inaspettate impossibili da prevedere e di difficile rendicontazione in un bilancio familiare ipoteticamente preventivo.

L’Osservatorio semestrale di ANIMA, combinando i dati della società di ricerche GfK, deduce che gli italiani, alla voce “spesa” diano maggior rilievo che alla voce “risparmio”, e non perché siano impegnati in progetti personali di ampio respiro ma perché facciano fatica a rincorrere la sostenibilità della propria micro-economia familiare.

Più nello specifico, si è verificato un aumento della spesa verificato sulle banche dati interbancarie con incrementi dal 32 per al 35 per cento di coloro che vogliano spendere in progetti per la casa o in vacanze per i propri figli.

Inversa la tendenza dei progetti di risparmio che dal 31 per cento al 26 per cento decrescono non soltanto per i privati ma anche per gli investitori che invece fanno registrare un graduale calo dal 53 per cento al 48 per cento.

La conseguenza più diretta, come facile intuire e come abbiamo già accennato, è la riduzione degli investimenti in tutti i settori. Quando si investe lo si fa in prodotti finanziari piuttosto che in beni immobiliari (in controtendenza al passato). A conferma, anche ora, ecco i dati: 24 per cento gli investimenti prodotti in ambito finanziario, 10 per cento in campo immobiliare.

La Consob – Commissione Nazionale per la Società e la Borsa ha pubblicato il IV Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane in cui si testimonia come nonostante la contenuta conoscenza del mondo finanziario, gli italiani sarebbero più propensi al risparmio che all’investimento (qualora potessero, è chiaro).

Per ciò che riguarda la “ricchezza attuale” i dati sono incoraggianti. Per ricchezza netta attuale s’intende quella non accumulata in prima persona ma in qualche modo posseduta già alla nascita o soltanto lievemente incrementata; questa è di 9 volte superiore al reddito disponibile, mentre la media dell’area euro è 8 volte il reddito disponibile.

Per rendere efficiente la pianificazione finanziaria non è sufficiente consultare soltanto guide online ma è fondamentale tenere sotto controllo le entrate e le uscite, così da poter supervisionare tutte le transazioni in uscita al fine di ottimizzare questo rapporto.

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