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Incidente nucleare in Russia: quali sono i rischi per l’Italia

Credit foto: crimerussia.com

La Federazione nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici attraverso i suoi esperti fa chiarezza su quanto accaduto lo scorso 8 agosto in una base militare russa

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 25 Ago. 2019 alle 10:46 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:05

Incidente nucleare in Russia: quali sono i rischi per l’Italia

Dopo la notizia dell’incidente nucleare in Russia, molti si chiedono quali sono i rischi per l’Italia. Il New York Times scrive che “è uno dei peggiori incidenti nucleari avvenuti in Russia da Chernobyl” parlando dell’esplosione di Severodvinsk in Russia registrata nel corso di un test nucleare su una chiatta ancorata nelle acque davanti al poligono del ministero della difesa russo di Nyonoska nel Mar Bianco quattro giorni fa, giovedì 8 agosto 2019.

L’esplosione ha fatto registrare un temporaneo aumento del livello di radiazioni. Un picco che ha destato subito allarme, soprattutto tra i Paesi confinanti.

“I rischi per l’Italia sono pressoché nulli”, è la rassicurazione che arriva dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, riguardo alle possibili conseguenze per il nostro Paese derivanti dall’incidente nucleare avvenuto in Russia.

La Federazione nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici attraverso i suoi esperti fa chiarezza su quanto accaduto lo scorso 8 agosto in una base militare russa.

“È stato un picco estremamente temporaneo e ristretto dal punto di vista dell’identificazione, per cui non c’è una nube radioattiva che si diffonde, questo assolutamente no”, ha spiegato a Sanità Informazione il chimico Emiliano Cazzola, ricercatore al Radiopharmacy & Cyclotron Dept, IRCCS “Sacro Cuore – Don Calabria” di Verona.

“È stato un episodio puntuale. Non c’è adesso un affluivo che adesso sta continuando, non è questo il caso. È come se fosse scoppiata una bomba, è scoppiata, c’è stata il problema e poi si è assopito. Non c’è nulla che sta continuando a emettere radiazioni”.

Nel frattempo però, l’associazione Greenpeace ha lanciato un allarme per le radiazioni il 9 agosto.

Si teme che la radioattività sia stata trasportata lontano dal posto dell’esplosione e che sia stata dispersa fino ad alta quota.

Cosa è accaduto in Russia di preciso, ancora non si sa. E non è possibile stabilirlo con certezza perché le informazioni che arrivano da Mosca sono frammentarie, sporadiche e in contrasto con quanto invece trapela per vie ufficiose.

Il Cremlino opera una vera e propria censura su tutte le notizie che riguardano l’episodio, anche in Europa esistono diverse stazioni di monitoraggio che sono in grado di determinare se le correnti stanno trasportando una quantità di polvere radioattiva che risulta pericolosa per gli esseri viventi.

“Con questi valori possiamo aspettarci una contaminazione che non è per nulla paragonabile a quella avvenuta in altri eventi quali possono essere Chernobyl o Fukushima – è il parere del Dott. Lorenzo Bianchi, Responsabile S.C. di Fisica Sanitaria A.S.S.T. della Valle Olona.

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