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“Vi mostro come la distrofia muscolare mi sta uccidendo, ecco perché l’eutanasia va legalizzata”

Holly, la 27enne che combatte contro la sclerosi multipla e chiede una legge sull'eutanasia. Credit: Instagram/Holly Warland

Ha 27 anni e una malattia genetica rara la sta divorando. Per questo ha iniziato la sua battaglia per una legge sull'eutanasia che le impedisca di subire altri "anni di dolore e sofferenza"

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 16 Nov. 2018 alle 17:06 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:27

“Sto documentando come sto morendo a causa di una rara malattia per far capire l’importanza dell’eutanasia”. Così, Holly Warland, a 27 anni, ha iniziato a pubblicare sul suo account Instagram la sua vita che si sgretola.

Una malattia genetica la sta divorando piano piano e lei ha iniziato la sua battaglia affinché il governo del suo paese, l’Australia, legalizzi l’eutanasia.

Da undici lunghi anni Holly Warland soffre di distrofia muscolare dei cingoli. Giorno dopo giorno, ha deciso di documentare gli effetti di questa malattia genetica rara. Quello che chiede ora la ragazza è che l’Australia si attivi per la legalizzazione dell’unico modo che le impedirebbe di subire ancora “anni di dolore e sofferenza”.

“La mia sfortuna è che questa malattia renderà probabilmente invivibile la mia vita e voglio avere l’opportunità di andarmene quando sarò pronta. È la mia unica opzione umana. Potrei aspettare di morire naturalmente ma ci vorrebbero anni e anni di dolore e sofferenza”, dichiara la 27enne .

Su Instagram sono oltre 18mila le persone che la seguono. “Non volevo essere una fonte d’ispirazione e così con Luke (il suo fidanzato, ndr) ho deciso di scattare qualche foto del mio corpo nudo e di postarle online in maniera che la gente potesse vedere i veri effetti della disabilità”, si legge su Boredpanda.com.

Rendere nota la sofferenza di una vita a metà, sensibilizzare alla causa e spingere affinché si comprenda la necessità di una legge che regoli l’eutanasia: è questo che fa Holly mostrando al mondo intero il suo corpo martoriato dalla malattia.

“Quello che era nato come un modo per sfogare la mia frustrazione si è trasformato in una finestra per quanti non hanno e mai avranno a che fare con una disabilità fatale nella propria vita”, spiega ancora.

La ragazza nei suoi post invita chi ha un “corpo funzionante” ad amare con maggior fervore la propria vita e a riflettere su quanto si è fortunati.

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