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Un tribunale australiano dà il via libera a un intervento chirurgico su una bambina intersessuale

Carla ha cinque anni ed è nata con gli organi genitali femminili e con quelli riproduttivi maschili. La bambina si sente a tutti gli effetti una ragazza

Di TPI
Pubblicato il 7 Dic. 2016 alle 11:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:35

Un tribunale australiano ha stabilito che una bambina di cinque anni, nata con gli organi genitali femminili, come la vulva, e con quelli riproduttivi maschili, potrà essere sottoposta a intervento chirurgico per rimuovere le gonadi maschili, ossia i testicoli.

Le persone che presentano caratteristiche come queste sono definite intersessuali: i loro cromosomi sessuali, i genitali e i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche di entrambi i sessi. In passato erano erroneamente definiti “ermafroditi”. 

La bambina, nota come Carla, si ritiene a tutti gli effetti una ragazza, portando lunghe trecce bionde e indossando abitualmente gonne. Il tribunale, dopo averla ascoltata, ha constatato che la bambina mostra un comportamento tipico femminile, non accetta di essere definita maschio e ha una preferenza per “attività, giochi e vestiti femminili”. 

Il tribunale ha approvato la richiesta dei genitori di rimuovere chirurgicamente gli organi maschili del suo corpo, senza la necessità di un permesso per sottoporre la figlia all’intervento. 

L’operazione chirurgica non potrà essere fatta prima della pubertà e la bambina non avrà la certezza futura della fertilità. La corte ha stabilito inoltre che Carla potrà richiedere un ulteriore intervento chirurgico quando sarà più grande, “per attivare la cavità vaginale e avere una capacità sufficiente per un rapporto sessuale”.

“Considero il trattamento medico proposto necessario per trattare in modo appropriato e proporzionale la disfunzione genetica corporea, che, se non trattata, espone a reali rischi per la salute fisica ed emotiva della bambina”, afferma nella sentenza il giudice Colin Forrest. 

Alcuni attivisti intersessuali hanno messo in discussione la base etica della chirurgia irreversibile, sostenendo che l’identità di genere è una questione complessa. I bambini dovrebbero decidere la loro identità in età adulta. 

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