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L’Australia è pronta a trasferire la sua ambasciata a Gerusalemme

Credit: SAEED KHAN/AFP/Getty

Il primo ministro australiano Scott Morrison, evangelista e leader del Partito Liberale, ha dichiarato di essere pronto a "spostare l’ambasciata in accordo con gli altri membri del governo”

Di Marta Facchini
Pubblicato il 16 Ott. 2018 alle 14:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:28

L’Australia sta valutando di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferire nella Città Santa la sua ambasciata. A dichiararlo è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo una telefonata avvenuta con il suo omologo australiano Scott Morrison.

“Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato al telefono con il primo ministro australiano Scott Morrison, che ha detto che sta considerando di riconoscere in maniera ufficiale Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferirvi l’ambasciata australiana”, si legge in un comunicato ufficiale del governo israeliano.

“Il primo ministro lo ha ringraziato per i suoi commenti”, continua la nota, che sottoliena come entrambi hanno discusso su come rafforzare le loro relazioni bilaterali.

Morrison, devoto evangelista e leader del Partito Liberale, è stato nominato premier lo scorso agosto. Al Daily Telegraph, ha confermato di essere “aperto alla possibilità di spostare l’ambasciata in accordo con gli altri membri del governo”. E ha ribadito il suo appoggio alla soluzione “due popoli, due Stati” per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, anche se voterà contro l’ammissione dell’Autorità palestinese al gruppo delle Nazioni Unite del G77.

Finora soltanto gli Stati Uniti e il Guatemala hanno trasferito l’ambasciata da Tel Aviv alla Città Santa. Nel dicembre 2017 il presidente Usa Donald Trump aveva dichiararato Gerusalemme la capitale d’Israele. Il giorno del contestato spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, il 14 maggio 2018, l’inaugurazione è stata circondata da un clima di forti tensioni in quanto la scelta del presidente degli Stati Uniti è stata interpretata come un implicito riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello stato ebraico

Il 16 maggio anche il Guatemala ha spostato la sua ambasciata, seguendo l’esempio degli Stati Uniti.

Il 21 maggio è stata la volta del Paraguay, poi tornato sulle sue decisioni quando al governo è salito Mario Abdo Benitez. Lo scorso settembre, il nuovo presidente ha deciso di riportare la propria ambasciata a Tel Aviv.

“Il Paraguay vuole contribuire a intensificare gli sforzi diplomatici regionali per raggiungere una pace ampia, equa e duratura in Medio Oriente”, aveva affermato il ministro degli Esteri Luis Alberto Castiglioni, aggiungendo che la decisione dell’ex presidente Horacio Cartes era stata “viscerale e senza giustificazione”.

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