Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Chi è Aaron Philip, la modella transgender, nera e disabile che sta cambiando la moda

Credit: Instagram Aaron Philiph
Di Marta Facchini
Pubblicato il 25 Giu. 2019 alle 15:22 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:15

aaron philip chi è – È un’apripista Aaron Philip, modella nera, transgender e disabile. La prima indossatrice diversamente abile ad avere firmato un contratto con la celebre agenzia Elite Model Management. E la prima posatrice su una sedia a rotella ad avere ottenuto la copertina di un giornale, Paper, che l’ha ritratta in occasione di un numero speciale dedicato al Pride. Prima di lei, c’era stata solo Jillian Mercado.

Aaron, nata ad Antiqua diciotto anni fa e colpita da una paralisi celebrale che le impedisce di muoversi, ha sempre avuto il desiderio di sfilare. Ha iniziato dentro casa, indossando i suoi vestiti migliori e postando le foto sui social. La svolta è venuta da un tweet, diventato virale. Sul suo account ha pubblicato un ritratto accompagnato da una frase: “Sinceramente quando verrò scoperta da un’agenzia sarà FINITA per voi! e con voi intendo il MONDO! è davvero il momento di inclusività/diversità gente, abituatevi!”.

Sono bastate poche parole per aprire il caso: il cinguettio è girato molto, rimbalzato da un account a un altro, e Aaron ha iniziato a ricevere messaggi su messaggi. Complimenti, solidarietà, incoraggiamenti. Poi, i risultati: una campagna pubblicitaria per American Eagle e, dopo otto mesi, un contratto con una delle più grandi e rinomate agenzie di indossatrici.

“L’industria della moda ha sempre conosciuto un solo tipo di corpo”, ha raccontato Philip in un’intervista alla CNN.“Ma ora stiamo cambiando. Tutti i corpi vogliono essere rappresentati, celebrati e considerati desiderabili”. Con più di 86mila follower su Instagram, Philiph sta rompendo l’omogeneità della rappresentazione. Su una passerella e fuori.

Non si definisce un’attivista, ma riconosce il sostegno che la sua figura può apportare ai tentativi per includere le differenze e permettere che altre modelle disabili prendano parte a una sfilata.

“Non dovrebbe essere responsabilità di chi è emarginato battersi per far sentire la propria voce ma se può essere un modo per farsi ascoltare, io lo faccio. E mi auguro che ogni ragazza come me possa vivere e fare il lavoro che desidera”, ha aggiunto l’indossatrice. Che ora ha anche un altro obiettivo: frequentare l’università per studiare arte e fotografia.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version