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Bambina nata da un utero trapiantato da una donatrice morta. È la prima al mondo

La bambina nata da un trapianto d'utero

È il primo trapianto d'utero riuscito: un modello per il futuro

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 5 Dic. 2018 alle 19:48 Aggiornato il 5 Dic. 2018 alle 19:50

Trapianto d’utero: la rivoluzione?

Una donna nata senza utero ha potuto comunque partorire: è accaduto grazie a un trapianto di utero. La donna è così diventata la prima persona a dare alla luce un bambino vivo grazie a un utero di un donatore morto.

La prima volta nella storia

Lo straordinario risultato avvenuto in Brasile è stato pubblicato dalla rivista scientifica Lancet. La nascita della bambina – del peso di 2 chili – segna un’altra pietra miliare nel trattamento della fertilità dopo che gli esperti avevano iniziato a dubitare che l’utilizzo di un donatore morto sarebbe stato possibile dopo i dieci precedenti tentativi falliti per aborto spontaneo.

Qui abbiamo raccontato storie di trapianti d’organi.

I due tipi di trapianto

Ci sono invece già state 11 nascite usando un donatore di utero vivo, con il primo caso nel 2013. Un’opzione per chi di solito ha un donatore disponibile in famiglia, o un caro amico.

L’utilizzo di un donatore deceduto si basa sul mantenimento dell’organo vitale anche dopo il decesso del donatore e il gruppo di lavoro di medici con la madre brasiliana di 32 anni ha trapiantato l’utero dopo che era rimasto senza ossigeno per otto ore.

Una grande alternativa alla maternità surrogata

Il successo potrebbe ampliare notevolmente il numero di donne con infertilità uterina che in precedenza avevano solo l’opzione di adozione o maternità surrogata per diventare madri. Il dott. Dani Ejzenberg, dell’ospedale das Clínicas dell’Università di San Paolo, che ha condotto la ricerca, ha affermato che il loro studio scientifico fornisce “prove del modello dalle quali molte altre donne potrebbero trarre beneficio”.

La solidarietà della donazione

“Il numero di persone che desiderano e si impegnano a donare organi per la propria morte sono molto più grandi di quelle dei donatori viventi, offrendo una popolazione di donatori potenzialmente più ampia”.

Poter utilizzare i donatori deceduti ridurrebbe i costi e eliminerebbe i rischi di un trapianto vivo, in particolare in paesi con sistemi di donazione di organi già sviluppati.

La pratica sbarcherà in Europa 

I primi trapianti di utero in Europa dovrebbero avvenire nel Regno Unito all’inizio del 2019 e gli esperti indipendenti hanno accolto con favore il fatto che ora ci sono state prove di successo in entrambi i trapianti di donatori vivi e deceduti.

Il motivo di questa spinta verso il trapianto di utero? Il problema è diffuso: l’infertilità colpisce fino al 15% delle coppie in età riproduttiva e circa una su 500 donne presenterà infertilità uterina, che può essere dovuta a difetti alla nascita, lesioni o condizioni come l’infezione o il cancro.

 

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