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Un nuovo studio mostra un legame tra perfezionismo e tendenze suicide

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo avviene un suicidio ogni 45 secondi. Una nuova ricerca canadese ha scoperto una correlazione tra perfezionismo e pensieri suicidi

Di Andrea Lanzetta
Pubblicato il 3 Ago. 2017 alle 18:12 Aggiornato il 3 Ago. 2017 alle 18:42

Un nuovo studio canadese mostra come la pressione sociale o la convinzione personale di dover essere perfetti a tutti i costi siano parte integrante delle personalità inclini a commettere suicidio.

Questo fenomeno è complesso e difficilmente può essere ridotto a una sola causa, eppure i tratti caratteriali di un individuo che tenta il suicidio possono costituire segnali rivelatori delle sue intenzioni.

I ricercatori dell’Università canadese dell’Ontario occidentale hanno così intervistato amici e familiari di alcune persone che avevano commesso suicidio e hanno scoperto che il 56 per cento delle vittime avevano rivelato di sentirsi fortemente pressati dall’esterno.

“Aspettative eccessive, sia personali che esterne, critiche da parte dei genitori e preoccupazioni di carattere perfezionista mostrano una moderata correlazione positiva con i pensieri suicidi”, spiega lo studio.

Allo stesso modo, una ricerca condotta nel 2013 rivelò che il 68 per cento degli adolescenti che avevano commesso suicidio avevano rivelato aspettative personali eccessive oppure avevano confidato ad amici o parenti di sentirsi pressati da altre persone ad aspirare alla perfezione.

Tutti questi tratti dunque hanno a che fare con un atteggiamento perfezionista, ma perché una tale disposizione dovrebbe portare qualcuno togliersi la vita?

A livello psicologico, il perfezionismo può essere definito come la distanza tra ciò che realmente si è e ciò che si vorrebbe essere.

Questo include la sensazione di frustrazione derivante dall’incapacità percepita di soddisfare un certo insieme di obiettivi.

Il soggetto così non è mai pienamente soddisfatto dei propri risultati e si sente regolarmente deluso da se stesso.

Dopo aver portato a termine un compito infatti, una persona con questa disposizione d’animo sente di aver fallito perché avrebbe potuto fare meglio.

Un tale atteggiamento è spesso citato dagli specialisti dell’alimentazione come un fattore determinante per lo sviluppo di disturbi alimentari, in particolare per quelli causati da un desiderio incessante di risultare esteticamente gradevoli e in linea con i canoni di bellezza accettati socialmente.

“I perfezionisti hanno difficoltà a relazionarsi con se stessi e quando lo fanno risultano molto critici”, afferma la ricerca.

“Quando queste persone vivono la propria socialità come piena di pressioni, giudizi e critiche, cercano ogni mezzo di per sfuggirne, come l’alcol per esempio o assumendo abitudini alimentari malsane, fino a ricorrere al suicidio”.

Circa 800mila persone si suicidano ogni anno nel mondo e molte altre tentano di farlo. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, per ogni persona che si uccide, ci sono almeno 20 individui che provano a farlo.

Il suicidio è la seconda causa principale di morte nei giovani tra i 15 e i 29 anni in tutto il mondo.

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