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La nuova immagine del telescopio James Webb: ecco la galassia “Ruota di carro”

Credits: NASA, ESA, CSA, STScI
Di Maria Elena Marsico
Pubblicato il 4 Ago. 2022 alle 16:26

Il telescopio spaziale James Webb continua a raccontare l’Universo attraverso nuove immagini. L’ultima fotografia mostra la galassia ESO 350-40, o anche chiamata “Ruota di carro” per via del suo aspetto. In inglese “Cartwheel”. Nell’immagine, dove è raffigurata con un colore rosa, ha una forma ad anello. Al centro ha il suo nucleo con un’enorme quantità di polvere calda e nelle parti più luminose ci sono giganteschi ammassi stellari. Da qui sembrano partire dei raggi che arrivano all’anello esterno, sede di supernove e aree di formazione stellare. Questo si è espanso per circa 440 milioni di anni e più si espande più penetra nel gas circostante dando vita a nuove stelle. La forma di questa galassia è destinata a evolversi, potrebbe anche tornare lentamente alla sua antica forma a spirale.

Ruota di Carro – che si trova nella costellazione dello Scultore – è nata dalla collisione di due galassie, una delle quali a spirale, proprio come la Via Lattea. L’onda d’urto, espandendosi, ha creato l’anello esterno. È situata a 500 milioni di anni luce dal pianeta Terra e il telescopio spaziale James Webb, che è un po’ come una macchina del tempo, mostra proprio la luce che la galassia emetteva milioni di anni fa. Già Hubble (e altri telescopi della Nasa e dell’Agenzia spaziale europea) aveva individuato Ruota di Carro, ma era avvolta da così tanta polvere interstellare che era stato impossibile studiare la galassia nel dettaglio. Nelle prime immagini, infatti, è possibile vedere bene il nucleo centrale e il bordo granuloso. Il telescopio Webb della Nasa, dell’Esa e dell’agenzia spaziale canadese, invece, riesce a catturare la luce infrarossa grazie alla Near-Infrared Camera. Questo ha permesso l’individuazione di singole stelle e regioni di formazione stellare, con le differenze nella distribuzione delle stelle più giovani rispetto alle più vecchie. È stato, poi, possibile identificare anche regioni ricche di idrocarburi e altri composti chimici che formano i raggi a spirale e svelare il comportamento del buco nero al centro della galassia.

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