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    È stata ritrovata la lettera “eretica” originale di Galileo Galilei a Londra

    La prima e l'ultima pagina della lettera originale di Galileo Galilei scoperta a Londra. Credit: Royal Society

    La missiva è stata scoperta nella biblioteca di Londra della Royal Society da un giovane italiano Salvatore Ricciardo, ricercatore dell'università di Bergamo

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 22 Set. 2018 alle 11:08 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:27

    È stata ritrovata in una biblioteca di Londra la lettera originale di Galileo Galilei, con cui metteva in discussione la dottrina della Chiesa, secondo la quale era il Sole a ruotare attorno alla Terra.

    Il ritrovamento della lettera “eretica” aggiunge nuovi elementi utili alle interpretazioni degli episodi che portarono al processo e poi alla condanna di Galileo per eresia nel 1633.

    La missiva è stata scoperta nella biblioteca di Londra della Royal Society da un giovane italiano Salvatore Ricciardo, ricercatore dell’università di Bergamo.

    Il documento, composto da 7 pagine, riportava una errata attribuzione di data da ben 250 anni. Firmata “GG”, la lettera era indirizzata all’amico Benedetto Castelli, matematico dell’università di Pisa. La data della missiva risale al 21 dicembre 1613.

    Nella lettera Galileo sosteneva per la prima volta che la ricerca scientifica deve essere libera dalla dottrina teologica.  Lettera Galileo Galilei

    Sono state fatte molte copie della lettera e ne esistono due versioni diverse, una fu inviata all’Inquisizione a Roma il 7 febbraio del 1615 dal frate domenicano Niccolò Lorini e l’altra con un linguaggio meno “incendiario” è quella andata perduta.

    La lettera originale è stata in possesso della Royal Society per due secoli e mezzo, ma è sfuggita all’attenzione degli storici.

    Il ricercatore Salvatore Ricciardo ha fatto la scoperta mentre stava sfogliando il catalogo online: “Ho pensato “non posso credere di aver scoperto la lettera che praticamente tutti gli studiosi di Galileo pensavano irrimediabilmente perduta”.

    “Sembrava ancora più incredibile perché la lettera non si trovava in una biblioteca oscura, ma nella biblioteca della Royal Society”, ha dichiarato il ricercatore.

    Con il suo supervisore Franco Giudice presso l’Università di Bergamo e allo storico della Scienza Michele Camerota dell’Università di Cagliari, Ricciardo ha descritto la scoperta della lettera in un articolo in stampa presso la Royal Society Journal Notes and Records.

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