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Cavie umane per combattere il jetleg: stanno per affrontare il volo più lungo di sempre

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 17 Ott. 2019 alle 08:42

Cavie umane a bordo del volo più lungo di sempre per combattere il jetleg

Non è mai successo prima: il volo più lungo di sempre sarà effettuato il 18 ottobre, partirà da New York e atterrerà venti ore dopo a Sidney e a bordo ci saranno delle vere e proprie cavie umane studiate per capire come combattere il jetleg. Sì, perché Qantas Airline, che ha pensato e organizzato il record, ha dato vita a una sperimentazione ad alta quota.

La compagnia di bandiera australiana sfida il mondo intero e prova a compiere il volo più lungo di sempre, ma, come si legge sul Los Angeles Times, a bordo non ci saranno passeggeri qualsiasi. No, sul Boeing Co. Dreamiliner di Qantas saliranno anche medici e scienziati che avranno il compito di monitorare i passeggeri-cavia: “Esamineranno il cervello dei piloti alla ricerca di segnali d’allerta e terranno sotto controllo il consumo di cibo, il sonno e l’attività delle poche decine di passeggeri presenti. L’obiettivo è quello di testare come gli umani resisteranno alla prova”.

Non è solo un esercizio di resistenza, dunque, ma un vero e proprio esperimento. Già dall’anno scorso le compagnie aeree stanno cercando di superarsi e di raggiungere lunghe, lunghissime distanze senza scali.

Ci ha provato dal Singapore Airlines Ltd che ha provato a raggiungere New York senza scali grazie a velivoli più leggeri e più aeromobili capaci di volare più lontano evitando tappe intermedie.

Parallelamente a questo sviluppo cresce anche quello dell’industria farmaceutica di prodotti legati alla cura del jetleg. Ormai esistono pasticche di melatonina, Xanax, compresse anti-ansia di Pfizer e occhiali che emettono luce Propeaq (cioè occhiali che forniscono una specifica luce blu che sopprime la produzione dell’ormone melatonina e colpisce l’orologio biologico, eliminando gli effetti negativi del jetleg). Non manca nemmeno la tecnologia, che con app specifiche arriva in aiuto dei viaggiatori.

Ecco: gli scienziati e i medici a bordo si serviranno delle cavie per capire come intervenire con più efficienza sul jetleg. Anche perché i numeri parlano chiaro: nel 2019 ci si aspetta che saranno circa 4,6 miliardi le persone che prenderanno un volo, le stime parlano di 8,2 miliardi nel 2037.

La domanda di terapie contro il jetleg è in crescita di circa il 6 per cento ogni anno. Nel 2023 si calcola che l’industria farmaceutica legata a questo settore varrà 732 milioni di dollari, secondo BIS Healthcare.

Il jetleg colpisce chi compie viaggi particolarmente lunghi che apportano uno squilibrio, per il fuso orario, al corpo. Di solito gli effetti negativi si manifestano con una grande stanchezza di giorno e l’insonnia di notte.

Carrie Partch, biochimica e professore associato presso l’UC Santa Cruz che ha studiato i ritmi circadiani per 20 anni, afferma che il jetleg è “più di un semplice inconveniente”: “È abbastanza devastante dal punto di vista fisiologico. Se sei una persona che viaggia costantemente, probabilmente aumenterai di peso, avrai problemi cardiovascolari e potresti avere alcuni cambiamenti comportamentali”.

Il volo di venerdì da New York e un altro da Londra entro la fine dell’anno sono test chiave per Qantas mentre si prepara ad avviare servizi commerciali diretti da quelle città a Sydney già nel 2022. La compagnia aerea lo chiama Project Sunrise. In caso di successo, afferma Qantas, potrebbero seguire altre rotte non-stop molto lunghe dalla costa orientale dell’Australia al Sud America e all’Africa.

Airbus e Boeing stanno cercando di fornire al vettore nuovi aeromobili a lungo raggio in grado di raggiungere la destinazione con un pieno carico e carburante di riserva. Qantas prevede di prendere una decisione per proseguire con questi voli, o abbandonare l’idea, entro la fine del 2019. Dunque il volo di venerdì sarà determinante.

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