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Bomba atomica, tutto quello che c’è da sapere: chi l’ha inventata e quali danni ha causato

Di Cristina Migliaccio
Pubblicato il 3 Mar. 2022 alle 13:05 Aggiornato il 3 Mar. 2022 alle 14:55

Bomba atomica: che cos’è, come funziona, chi l’ha inventata, i danni causati

Che cos’è la bomba atomica? È una domanda che purtroppo, nel corso della storia, ci siamo posti spesso come esseri umani. Si tratta di un’arma inventata dall’uomo che, in caso di utilizzo, potrebbe causare conseguenze disastrose (e la storia ne è testimone). Da sempre è sinonimo di potenza in ambito militare, ma chi l’ha inventata e come funziona? Quando è stata utilizzata per la prima volta? Cerchiamo di ricapitolare tutto quello che sappiamo su quest’arma terrificante.

Che cos’è la bomba atomica

Partiamo dal principio: che cos’è la bomba atomica? Si tratta di un ordigno esplosivo che appartiene alla famiglia delle armi nucleari. L’invenzione di questa arma corrisponde ad un passo importante nella storia dell’uomo, oltre che dal punto di vista militare. Il suo utilizzo può compromettere la politica internazionale, distruggendo gli equilibri tra le nazioni, ma al tempo stesso può causare la morte di migliaia di persone in pochi istanti. Quando un paese utilizza la carta della bomba atomica, in quel momento mette in chiaro due fattori: il primo è che ha a disposizione un’arma pericolosissima di cui non tutti i paesi al mondo sono muniti. La seconda è che il rischio di radere al suolo intere città in pochi secondi è concreto.

Chi l’ha inventata

Ma chi ha inventato la bomba atomica? Le sue origini ci portano nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, ma prendendo – seppur in parte – le distanze dall’Europa. Un team di scienziati americani ha infatti sviluppato la bomba atomica, nell’arco di tempo che va dal 1941 al 1945. Il primo test ufficiale è arrivato il 6 agosto 1945, per ordine dell’allora presidente Harry Truman. Eppure la bomba atomica è nata grazie al contributo di uno scienziato italiano. Il suo nome è Enrico Fermi. Dopo aver vinto il Nobel per la fisica nel 1938, Fermi ha raggiunto gli Stati Uniti e qui ha avuto modo di lavorare attentamente sugli sviluppi dell’energia nucleare.

Roosevelt, che nel 1941 era ancora il presidente, convinto dal suggerimento di Albert Einstein decise di dare vita ad un progetto segreto, detto Manhattan, con cui studiare tutti i passaggi per creare una bomba atomica. All’epoca Einstein aveva allarmato il presidente americano, insinuando che la Germania stesse lavorando sullo stesso progetto. Un’arma atomica nelle mani dei nazisti metteva paura soltanto a pensarlo. Per questo, Roosevelt diede ascolto allo scienziato e approvò gli studi.

Come funziona

Per capire come funziona una bomba atomica è necessario comprendere prima di tutto la sua definizione. Quando parliamo di arma atomica, intendiamo un ordigno esplosivo la cui energia è prodotta interamente da una reazione a catena di fissione nucleare. Questo processo si basa sulla divisione del nucleo atomico di un materiale fissile che avviene in modo incontrollato. Di conseguenza rilascia un’incredibile quantità di energia. Questa tipologia di arma è denominata bomba A, intesa come la bomba atomica per antonomasia.

La seconda tipologia invece è la bomba H, detta anche bomba a idrogeno o termonucleare, che sfrutta una reazione analoga che avviene in genere all’interno del Sole. Detta anche bomba a fusione, questa tipologia è stata realizzata invece sotto la supervisione del fisico ungherese Edward Teller. Nel 1952, un gruppo di tre fisici lavorò su questo progetto in risposta allo sviluppo della bomba atomica da parte dell’Unione Sovietica. Il primo test, il Mike Test, fu effettuato su un’isola del Pacifico che, dopo l’esplosione, scomparve del tutto. Per questo la bomba H è ancor più temuta della A, ritenuta più pericolosa delle armi che distrussero Hiroshima e Nagasaki. Questo perché, a differenza della bomba A, la seconda affronta due fasi di esplosione. Quella collaudata a Elugelab, sull’isola del Pacifico, dagli americani era 800 volte più potente di quella sganciata a Hiroshima. In questo caso, l’elemento più allarmante è l’esplosione in sé e non le radiazioni, com’è invece accaduto con la bomba A.

I danni causati dalla bomba atomica: Hiroshima e Nagasaki

Un esempio dei danni causati dal lancio della bomba atomica è rappresentato da quanto accaduto ad Hiroshima. La città del Giappone è stata la prima ad essere colpita da quest’arma. Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti hanno preso di mira la città giapponese colpendola per la prima volta con un’arma di tale portata. Questo è accaduto il 6 agosto 1945. Prima di scagliare quella bomba potentissima contro una nazione nemica, gli Stati Uniti hanno messo alla prova la bomba atomica con un test svoltosi nel deserto del New Mexico. E, soddisfatto del risultato, il presidente Harry Truman ha deciso di mettere la bomba atomica in pratica sul campo, destinandone due al Giappone.

La prima su Hiroshima ha causato la morte istantanea di 70mila persone, radendo al suolo interi isolati e sbriciolando il 67% degli edifici della città. La seconda bomba atomica ha poi colpito anche Nagasaki. A causa di quell’attacco, hanno perso la vita 40mila persone. I danni causati da una bomba atomica vanno oltre l’impatto immediato ed è uno dei motivi per cui il suo utilizzo deve essere moderato se non inesistente.

Dopo il doppio bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, tantissime altre persone hanno sofferto dei danni a lungo termine: sono morte a causa delle radiazioni scaturite dall’esplosione e dalle ustioni causate dall’esplosione. Coloro che sono sopravvissuti al lancio delle due bombe atomiche hanno persino ottenuto un nome: sono conosciuti in Giappone come gli “hibakusha”.

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