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Antitrust contro Apple e Samsung: “Aggiornamenti software per rendere vecchi i loro smartphone”

Si tratta della prima decisione al mondo che multa due colossi della tecnologia per l'obsolescenza programmata dei dispositivi da loro prodotti

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 24 Ott. 2018 alle 11:40 Aggiornato il 24 Ott. 2018 alle 11:47

Il Garante italiano dei consumatori, l’Antitrust, ha comminato una multa di 10 milioni alla Apple e di 5 milioni alla Samsung: entrambi i giganti della tecnologia hanno imposto ai consumatori di scaricare aggiornamenti software che hanno reso meno efficienti o mal funzionanti modelli di smartphone nuovi e costosi.

Apple dovrà pagare una multa più alta perché non ha informato gli utenti circa la deteriorabilità delle pile al litio usate nei suoi cellulari.

Secondo l’Antitrust, quindi, le aziende hanno violato gli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo vigente in Italia.

La decisione del Garante è la prima al mondo che punisce la “obsolescenza programmata”. La Apple deve rispondere della stessa accusa anche davanti ai tribunali francesi.

L’Antitrust ha scoperto che gli aggiornamenti del software “hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni” degli smartphone, costringendo quindi i consumatori a comprare modelli nuovi e ancora più costosi prodotti dalle stesse aziende.

Secondo le indagini svolte dal Garante, Apple e Samsung hanno messo in campo una strategia che attraverso il costante invio di notifiche e senza fornire le adeguate informazioni, portava i consumatori a scaricare aggiornamenti che andavano ad intaccare l’efficienza dei cellulari.

A ciò si aggiunge che nei dispositivi non era presente una funzione che permettesse di tornare indietro al precedente software.

Secondo l’Antitrust, l’azienda Samsung realizza questa pratica, considerata contro legge, dal maggio 2016 ed è stata impiegata principalmente verso chi ha acquistato il modello Note, che è stato inserito nel mercato a settembre del 2014.

Chi ha acquistato il Note 4, spiega l’Antitrust, era portato “ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7, senza informare dei gravi malfunzionamenti per il Note 4 dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware”.

Per poter risolvere il problema, ai consumatori che si rivolgevano ai centri di riparazione venivano richieste somme elevate.

Lo stesso comportamento è stato adottato anche da Apple, ma dal settembre 2016, nei confronti di coloro che hanno acquistato un modello allora nuovo di iPhone e che erano poi costretti a installare il sistema operativo iOS 10 sviluppato per il nuovo iPhone7.

Le persone inoltre non venivano informate sull’aumento di consumo energetico che tale aggiornamento comportava e “dei possibili inconvenienti che tale installazione avrebbe potuto comportare. Per limitare tali problematiche, Apple ha rilasciato, nel febbraio 2017, un nuovo aggiornamento (iOS 10.2.1), senza tuttavia avvertire che la sua installazione avrebbe potuto ridurre la velocità di risposta e la funzionalità dei dispositivi”.

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