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Pillola anticoncezionale gratuita, Pro Vita: “Grave e pericolosa”

Di Antonio Scali
Pubblicato il 23 Apr. 2023 alle 09:44

Una svolta quella voluta dal Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha deciso di rendere gratuita con la prescrizione medica la pillola anticoncezionale per le donne italiane di tutte le fasce d’età. Un provvedimento già in vigore in alcune regioni come Puglia, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana, e che varrà d’ora in poi su tutto il territorio nazionale e per tutte le italiane.

Una scelta che verrà ufficialmente ratificata dalla prossima settimana e che avrà un costo per le casse dello Stato stimato in circa 140 milioni di euro l’anno. Se molti plaudono a questa importante svolta, c’è anche chi storce il naso. In particolare hanno espresso contrarietà le associazioni Pro Vita. Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia, ha attaccato la decisione dell’Aifa: “Non c’è nulla di più pericoloso per la salute delle donne che banalizzare temi che impattano sulla loro pelle, come aborto, contraccezione, gender e prostituzione. In questo quadro è altrettanto grave e pericolosa la decisione dell’Aifa di rendere la pillola anticoncezionale gratuita”.

Ruiu si è scagliata contro chi definisce “la pillola contraccettiva libera e gratuita come panacea di tutti i mali senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici che possono portare fino a depressione e istinti suicidari”. Poi l’attivista ha aggiunto sarcasticamente: “Perché invitare le ragazzine a bombardarsi di ormoni, quando tutti noi ci rifiutiamo di mangiare un pollo che ne porti anche solo la minima traccia? Dove è la salute delle donne di cui si parla proprio oggi, in occasione dell’8a Giornata Nazionale della salute della donna?”.

Si dice ‘sconcertato’ Massimo Gandolfini, leader del Family Day, perché è una scelta che “va nella direzione opposta rispetto al problema della denatalità” con importanti risorse che “potrebbero essere allocate invece per alleviare le gravi condizioni di famiglie” con figli disabili che hanno necessità di farmaci “costosissimi non forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale”.

Un tema condiviso anche dal Moige-Movimento Italiano Genitori che arriva a dire che l’Aifa “discrimina chi fa i figli”. Una scelta che aiuta, secondo il direttore Antonio Affinita, “chi non vuole avere figli ma si dimentica delle famiglie”. “Noi vogliamo – dice – eguale gratuità per le spese diagnostiche e terapeutiche per i figli visto che la natalità è la vera emergenza nazionale”.

A chiedere all’Aifa di “fare un passo indietro” è la senatrice di FdI Lavinia Mennuni perché “ben altre” sono le priorità socio sanitarie, come appunto la natalità e il sostegno alla famiglia. È la stessa esponente di FdI a ricordare che ad assumere la decisione sono stati ‘i vertici in scadenza dell’Aifa”, mentre è un compito che “compete alla politica”.

Di tenore opposto la reazione del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli: “Un provvedimento condivisibile, riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”. Lo ha salutato con un: “Finalmente! Una decisione che stavamo aspettando. Alcune regioni lo avevano già deciso per le più giovani” la senatrice del Pd Cecilia D’Elia.

Le fa eco Marta Bonafoni: “Un passo avanti importante a cui, però, deve seguire per la piena attuazione la convalida da parte del Cda dell’Aifa, cosa che spero possa accadere il più presto possibile”. E anche per la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella è “una decisione attesa e giusta” che “rafforza l’autodeterminazione delle donne”.

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