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Covid, arriva il test che in 4 ore riconosce la variante del virus

Di Maria Elena Marsico
Pubblicato il 7 Lug. 2022 alle 20:48

Si chiama CoVarScan e può individuare in quattro ore le varianti del Covid nei soggetti positivi. Il test arriva dagli Stati Uniti e i risultati sono stati presentati sulla rivista Clinical Chemistry dai ricercatori dell’Ut Southwestern Medical Center di Dallas, in Texas, guidati dal patalogo Jeffrey Sorelle. Il team ha spiegato che conoscere in tempi brevi la variante del Covid aiuterebbe a costruire la terapia adatta al ceppo del virus.

L’analisi effettuata da CoVarScan separa i frammenti del virus e li evidenzia con colori fluorescenti (multiplex fragment analysis) usando la tecnica Pcr che ormai è nota anche ai non addetti ai lavori. È infatti quella dei tamponi molecolari: la reazione a catena della polimerasi. Il test è riuscito già a individuare e  adifferenziare le varianti Delta, Mu, Lambda, Omicron e Omicron 2. I campioni utilizzati sono stati prelevati da 3544 pazienti risultati positivi al Covid.

CoVarScan per identificare le varianti separa otto parti del virus, solitamente diverse in base ai ceppi. Poi rileva le piccole mutazioni in cui varia la sequenza dei blocchi che costituiscono l’Rna e misura la lunghezza delle regioni genetiche ripetitive. Con il progredire della malattia, queste tendono a crescere e a ridursi. Il test garantisce il 96 per cento di sensibilità e il 99 per cento di specificità. Questo tipo di strumento “richiede un adeguamento costante per le nuove varianti”, ha spiegato Sorelle. Ma nel caso specifico, CoVarScan “non ha avuto bisogno di alcun adeguamento in più di un anno, sta ancora funzionando molto bene”.

Oggi per il sequenziamento di un virus occorrono 24-48 ore, con questo strumento, invece, soltanto quattro. Ma avrà dei costi alti essendo un test da laboratorio. “Conoscere in tempi rapidi la diffusione delle varianti è utile se i numeri sono importanti, come adesso; meno se i numeri dovessero scendere. Inoltre non conosciamo quale sarà il costo del dispositivo, quindi al momento non possiamo valutare se i costi-benefici saranno reali”, ha detto il presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici Italia, Pierangelo Clerici, al Corriere della Sera.

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