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Allarme di Alessandro Berti: “Chiediamo inclusione sociale, rispetto della persona”

Cose semplici, da fare subito, in aiuto di ausili complessi

Di Redazione TPI
Pubblicato il 22 Lug. 2021 alle 14:54

Si chiamano LEA, Livelli Essenziali di Assistenza. Sono degli elenchi, stilati dal Ministero della Salute, dove si decide cosa ‘passa’ il servizio sanitario nazionale e cosa no. Insomma, dentro i Lea c’è un diritto di cura riconosciuto e garantito, fuori no. Ecco, nel caso delle normative che riguardano gli ‘ausili complessi’ potremmo invece parafrasare l’acronimo chiamandoli Limite Estremo di Autosufficienza.

Cosa sono gli ‘ausili complessi’ e cosa c’entrano con i Lea? Lo spiega Alessandro Berti, presidente dell’Associazione Ausili di Confindustria Dispositivi Medici.

“Gli ausili complessi, ad alto costo e ad alto contenuto tecnologico, rappresentano unaparte integrante e sostanziale del programma di cura e riabilitazioneper molti persone con disabilitàgravi. Parliamo di dispositivi con un elevato grado di tecnologia e che sono fondamentali per la loro vita e la loro salute. Fanno parte della categoria anche alcune tipologie dicarrozzine manuali, quelle elettriche dotate di dispositivi per la comunicazione di chi le utilizza e tutti gli altri ausili che permettono di migliorare lo stile di vita e l’inclusione dei pazienti. L’attuale modello di acquisto e il sistema di classificazione degli ausili, con i nuovi Lea approvati nel 2017,che prevede l’acquisizione esclusivamente tramite una procedura pubblica, penalizza di fatto le persone con disabilità grave e complessa.“Questa modalità di erogazioneostacola e impedisce una individuazione ad personam dell’ausilio effettuato sulle reali necessità del paziente. Un processo che richiede un’attenta analisi, prove e valutazioni che è impossibile regolamentare con una gara di appalto standard”.

Confindustria Dispositivi Medici, insieme a Simfer e Fish onlus, chiede allaCommissione LEAdiconsiderare le reali esigenze di ausili complessie personalizzabili necessari soprattutto in caso di disabilità gravi, anche in relazione alle nuove opportunità che il mercato offre. Facendo ciòha quindi chiesto lo spostamento nel Nomenclatore di alcuni dispositivi per i bisogni complessi, che oggi sono negli elenchi dei prodotti considerati di serie.

Aggiunge Berti: “Una corretta erogazione di un ausilio permette una qualità della vita totalmente diversa. Il problema è molto semplice ed è già stato riconosciuto a livello centrale con l’emanazione dell’Art.30 Bis della legge n.96/2017 pubblicata in G.U. il 21 giugno 2017, ma nessuno riesce a far capire a chi di dovere l’urgenza della piena applicazione di questo provvedimento. Chiediamo al ministero della Salute di riconoscere la complessità di alcuni ausili che abbiamo identificatotra quelli presenti negli elenchi dei prodotti standard, che ne sia riconosciuta la complessità tecnologica e, in virtù di ciò, che sia creato un elenco specifico in modo da dare spazio alle esigenze del singolo, della persona. Oggi viviamo una situazione paradossale con Regioni che fornisconoin maniera differente gli stessi identici ausili. Una disparità di trattamento tra persone che hanno un oggettivo bisogno sanitario, che a nostro avviso è anche anticostituzionale. È ora di intervenire, subito”.

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