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    Zingaretti risponde alla lettera delle Sardine: “Esigenza di partecipazione merita risposta”

    Nicola Zingaretti e Mattia Santori
    Di TPI
    Pubblicato il 2 Feb. 2020 alle 09:29 Aggiornato il 2 Feb. 2020 alle 09:32

    “Nel rispetto della loro autonomia è nostro dovere rispondere all’esigenza di partecipazione manifestata dalle Sardine”: lo ha dichiarato il segretario PD Nicola Zingaretti risponde su Repubblica alla lettera del movimento, ospitata ieri dallo stesso quotidiano.

    “La lettera delle 6mila sardine è uno straordinario contributo politico e civile – afferma Zingaretti – Che un movimento così vasto si ponga l’obiettivo di rafforzare la democrazia italiana con idee e valori così netti e moralmente alti e con una partecipazione così grande di persone è davvero una novità nella società italiana”.

    Naturalmente questo tentativo, osserva, “dà fastidio a chi pratica una cattiva politica o cavalca l’antipolitica. È nostro compito al contrario – sottolinea – il massimo rispetto per l’autonomia del movimento delle sardine e allo stesso tempo rispondere alla loro esigenza non solo di partecipare, ma di contare e incidere su grandi questioni che riguardano il futuro dell’Italia”.

    “Passo dopo passo si possono scrivere bellissime pagine repubblicane”, conclude Zingaretti.

    Le Sardine, nella giornata di sabato 1 febbraio, avevano scritto una lettera su Repubblica. Destinatario primario era il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

    “Siamoa disposizione della buona politica: dal basso, magari ingenuamente, ma di sicuro con spontaneità e gratuità. […] Noi di reti ci riteniamo abbastanza esperti e ci piacerebbe trovare con Lei i fili giusti, per tessere percorsi e provare a sciogliere nodi. A partire dal Sud, un filo un po’ maltrattato, ma che malgrado tutto conserva la sua dignità e aspetta solo di divenire rete, parte di un coraggioso e fiero intreccio finalizzato alla crescita e alla cura. Il luogo in cui tante giovani menti, e persone nella loro interezza, crescono, si formano, ma poi vanno via”.

    La lettera proseguiva così: “Il secondo filo si chiama Sicurezza: sicurezza di un lavoro e sul lavoro, sicurezza di assistenza sanitaria, sicurezza di accesso ad un’istruzione di qualità. Il terzo filo si chiama Dignità della Democrazia, ed è quell’arteria vitale che ogni giorno, nella vita di ogni cittadino, collega la libertà al rispetto delle regole, la vita reale a quella virtuale, e che può aiutare a capire la differenza tra la politica con la P maiuscola e i suoi innumerevoli surrogati”.

    La lettera si concludeva con un appello: “Smettiamola di considerarci solo come elettori e politici. Iniziamo  a onorare i nostri ruoli di cittadini e amministratori. Ognuno faccia la sua parte ma torniamo a dialogare. Crediamo possa essere questo il primo nodo da sciogliere, il primo passo verso un’Italia migliore”.

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