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    Utero in affitto: detenzione e multe multimilionarie anche all’estero. Passa la proposta di Giorgia Meloni

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 21 Apr. 2022 alle 19:21 Aggiornato il 21 Apr. 2022 alle 19:25

    Oggi la Commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo di legge sull’utero in affitto presentato da Giorgia Meloni, che prevede di perseguire come reato universale la maternità surrogata. Significa che chi ricorre alla pratica dell’utero in affitto, già punita in Italia con la detenzione e una multa multimilionaria, incorrerà nelle stesse pene anche all’estero. La votazione di oggi ha visto un centrodestra unito e compatto nella risposta all’appello di Meloni, secondo cui la pratica dell’utero in affitto “trasforma la vita in merce e umilia la dignità delle donne”: a votare contro sono stati solo M5s e Pd. Favorevoli invece Fratelli d’Italia, Lega, Coraggio Italia e Forza Italia.

    “Il passo avanti alla Camera verso il reato universale dell’#uteroinaffitto tutela la dignità delle donne e i diritti inderogabili della persona. La gravidanza non è una merce e le donne non sono oggetti: chiunque le riduca a tali verrà sanzionato ovunque abbia commesso il reato”, ha commentato la ministra Mara Carfgana, che in commissione Giustizia aveva presentato un pdl molto simile a quello di Meloni, a cui è stato preferito il testo della leader di FdI. 

    Se le pene previste dalla legislazione italiana sulla maternità surrogata sono ad oggi la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600mila a un milione di euro, il nuovo testo aggiunge semplicemente che queste “si applicano anche se il fatto è commesso all’estero“. Una normativa che secondo Meloni comunque “non impedisce alla magistratura di aggirare le norme e sdoganare di fatto nella nostra Nazione una pratica che trasforma la maternità e i bambini in prodotti”. La ex vicepresidente della Camera aveva rilasciato questa dichiarazione a novembre scorso, quando il Tribunale di Milano aveva trascritto integralmente l’atto di nascita di un bambino nato negli Usa tramite ricorso alla maternità surrogata.

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