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    Lo scrittore Gianrico Carofiglio attacca Salvini in un tweet: “Basta parlare di lui”

    Gianrico Carofiglio e Matteo Salvini

    Nel tweet Carofiglio non lo chiama per nome ma lo indica come "il capo della Lega"

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 9 Set. 2019 alle 14:36 Aggiornato il 9 Set. 2019 alle 14:41

    Il tweet di Carofiglio contro Salvini

    Lo scrittore Gianrico Carofiglio, come il suo collega Roberto Saviano, usa Twitter per dire la sua sulla situazione politica italiana. E interviene in un tweet con un “consiglio non richiesto”. Anzi, con un “nuovo consiglio non richiesto”, perché da qualche tempo ha lanciato una specie di format. E se la prende con Matteo Salvini, che non nomina nemmeno ma lo chiama “capo della Lega”

    “Nuovo consiglio non richiesto a quelli che hanno a cuore le sorti del nuovo governo”, è l’incipit del tweet di Carofiglio. “Smettiamo di parlare del capo della Lega – è contro Salvini, appunto – per non restituirgli la centralità che ha perso a causa del suo colossale errore”. “Lasciamo che la sua propaganda ormai fiacca si avviti su sé stessa”, conclude lo scrittore pugliese.

    Non è il primo tweet di Carofiglio contro Salvini. Il primo dei consigli non richiesti era arrivato sempre su Twitter lo scorso 6 settembre. “Permettetemi un consiglio non richiesto. Non rispondete ai miserabili che offendono la ministra Bellanova per l’abbigliamento e la forma fisica”, scriveva, intervenendo sul dibattito nato attorno all’abito blu elettrico indossato dal nuovo ministro per le Politiche agricole. “Se gli rispondete (anche solo esprimendo il vostro disprezzo) certificate che sono vivi. Invece sono morti, anche se non lo sanno”, concludeva Gianrico Carofiglio.

    Oggi, 9 settembre, il nuovo tweet. Salvini è stato protagonista, assieme a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, una grande manifestazione che si è svolta davanti a Montecitorio e nelle vie limitrofe, per protestare contro il governo Conte bis. Mentre la destra protestava in piazza, il premier Giuseppe Conte si presentava alla Camera (qui la diretta sulla giornata a Montecitorio), e poi al Senato, per chiedere la fiducia al Parlamento sull’esecutivo sostenuto da Pd e M5s.

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