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    Alessandro Di Battista al TPI Fest: “Un mio ritorno nel M5S? Prima servono i fatti. Dopo il voto creeremo un’associazione dei cittadini”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 15 Set. 2022 alle 22:45 Aggiornato il 16 Set. 2022 alle 09:39

    “Un mio ritorno nel M5S? Prima bisogna vedere la concretezza delle cose dette dal Movimento in campagna elettorale, poi vedremo. Dopo il voto creeremo un’associazione dei cittadini per fare politica da fuori”: lo ha dichiarato l’ex esponente del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista al TPI Fest 2022, la festa di The Post Internazionale, che per la prima volta si tiene proprio nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, presso la Tettoia Nervi alla Bolognina, nella appena inaugurata Piazza Lucio Dalla.

    “Non mi è dispiaciuto che Conte non mi abbia chiesto di candidarmi – ha dichiarato Di Battista, il cui intervento è stato molto apprezzato dal pubblico presente alla Tettoia Nervi – perché la salvaguardia della mia libertà è così importante”.

    “Sono fiero delle scelte che ho fatto, ho assoluta libertà di prendere posizioni. Dopo le elezioni creeremo un’associazione libera di cittadini per fare politica da fuori, perché non bisogna essere parlamentari per fare politica”.

    “Con Conte abbiamo parlato, non di piazzamenti e candidatura, ci siamo confrontati, mi ha mostrato alcune resistenze che erano interne. E abbiamo compreso che su alcuni punti siamo in disaccordo, poi magari tra qualche tempo lo saremo di meno”.

    Nessuno dell’attuale dirigenza dei 5 Stelle ha chiesto di candidarmi” ha aggiunto l’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, che poi su un eventuale rientro nel M5S ha dichiarato: “Io prima vedo se quel che viene detto in campagna elettorale si trasforma in concretezza, poi farò le mie valutazioni“.

    L’ex parlamentare, comunque, non risparmia un elogio all’attuale leader del M5S: “Se non ci fosse lui, il Movimento prenderebbe il 3% alle elezioni”.

    Di Battista, comunque, ha dichiarato di essere ancora “legatissimo” al Movimento e soprattutto al suo fondatore Gianroberto Casaleggio, il quale “credeva nelle democrazia diretta” e non accettava compromessi a differenza degli attuali esponenti politici che, secondo Di Battista, “fanno compromessi perché temono per le loro carriere” come hanno fatto “i sindacalisti come la Camusso, che poi è finita nel Pd”.

    “Tre degli ultimi quattro segretari della Cgil – ha aggiunto Di Battista – sono finiti nel Pd. Capite quali sono i conflitti d’interessi pericolosi? Eppure ci hanno fatto credere che l’unico conflitto d’interessi fosse quello di Berlusconi”.

    “Non abbiamo nemmeno il diritto di poter votare Pd a Bologna senza dover scrivere Casini” ha affermato l’ex 5 Stelle ricevendo gli applausi della platea.

    “Quando entrai in Parlamento credevo che la qualità principale di un politico dovesse essere l’onestà, oggi penso che la qualità principale debba essere l’onestà intellettuale e il coraggio di schierarsi“.

    Secondo Di Battista, infatti, oggi in Italia c’è bisogno di “prese di posizione nette, di politici capaci di schierarsi”.

    “Che c’entra Bersani con il Pd?” ha affermato Di Battista commentando l’intervento, sempre al TPI Fest, di Pierluigi Bersani, il quale ha dichiarato che tra Pd e M5S deve riprendere il dialogo.

    “Papa Francesco è molto più di sinistra di molti politici che si definiscono di sinistra” ha aggiunto l’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha esortato anche i cittadini a crescere.

    “Noi come cittadini dobbiamo crescere, perché non possiamo berci solo le notizie di Totti e Ilary e dimenticarci quanto pesano sulla nostra vita le nomine di Stato”.

    “Io non ho chiesto di essere piazzato in qualche municipalizzata – ha aggiunto Di Battista – non ci rendiamo conto che le consulenze possono diventare delle forme di corruzione”.

    Di Battista, poi, non risparmia critiche a Letta e Meloni. A proposito del segretario del Pd dichiara: “Ogni volta che apre bocca Letta la gente è pronta a votare o Meloni o Conte. Se i risultati del Pd dovessero essere come io credo, ovvero una debacle, Letta dovrà nascondersi e tornare a Parigi tornando a insegnare”.

    Sulla leader di Fratelli d’Italia, invece, Di Battista ricorda che la “Meloni, che oggi parla di blocca navale, è stata corresponsabile della guerra in Libia, era ministro durante il governo Berlusconi”.

    “Il Pd si merita una sonora sconfitta alle elezioni” ha affermato l’ex 5 Stelle, non fosse altro per la responsabilità del Partito Democratico e del ministro della Difesa Guerini sull’invio delle armi in Ucraina.

    “Sarebbe auspicabile che qualche erede del Partito Comunista dicesse qualcosa di diverso da Fratelli d’Italia. Pd e Fdi sono due partiti di destra. Ma tra Pd e Fratelli d’Italia risulta più coerente Fratelli d’Italia” ha dichiarato l’ex 5 Stelle a proposito del conflitto tra Russia e Ucraina.

    E proprio sulla guerra, Di Battista dichiara: “Basta parlare di guerra Russia-Ucraina, è una guerra Nato-Russia in Ucraina“.

    “Mesi fa il presidente Draghi disse ‘o scegliete la pace o i condizionatori’. Oggi non abbiamo né i condizionatori a causa dei razionamenti né la pace”.

    “Oggi si esulta per la controffensiva russa, ma allora perché coloro che gioiscono non si arruolano in guerra? La controffensiva ucraina ha provocato la morte di 7mila soldati, ma se fossero figli nostri esulteremmo come fa, ad esempio La Repubblica, uno dei quotidiani più guerrafondai?

    E proprio a proposito della stampa e del ruolo dell’informazione in Italia, Di Battista afferma: “La stampa non è libera, nessuno nel nostro Paese ti mette in carcere per una opinione, a differenza della Gran Bretagna dove Julian Assange sta marcendo in carcere per avere detto la verità, però nel nostro Paese non fai carriera“.

    “Chiunque osi sostenere la causa palestinese viene considerato antisemita. Chiunque si è dichiarato contrario all’invio delle armi in Ucraina è stato trattato come filo-russo o putiniano. Ricordo le liste di proscrizione fatte anche nei confronti di intellettuali, questo è un problema reale”.

    “La guerra è uno schifo – ha dichiarato Di Battista – ma andrebbe raccontata da tutte le parti proprio per dare ai politici il coraggio di trovare una soluzione pacifica senza affidarsi al ‘dittatore utile’ Erdogan”.

    “L’Ue è nata per sconfiggere l’imperialismo ma oggi davanti ai diktat di Washington si mette a novanta gradi, per questo ho poca fiducia nell’Unione Europea”.

    Poi Di Battista fa un “mea culpa”: “Quando era parlamentare non capii che la Merkel era una delle poche che tentava di rafforzare l’Europa e non è un caso che la crisi in Ucraina sia precipitata nel momento in cui la Merkel è uscita di scena dal punto di vista politico”.

    Secondo l’ex parlamentare nella guerra tra Russia e Ucraina “è in gioco la sopravvivenza politica dell’Unione Europea”.

    E su Putin dichiara: “Quando sono andato a Mosca nel 2015 nelle vesti di parlamentare ho parlato con alcuni esponenti del partito di Putin e molti di loro si lamentavano del fatto che il presidente russo fosse filo-occidentale e troppo moderato”.

    “Quando qualcuno sostiene che se tolto Putin tutto si risolve, non ha capito che in realtà non è detto che possa arrivare qualcuno più estremista e pericoloso di lui”.

    TPI FEST 2022

    La festa di The Post Internazionale quest’anno sbarca a Bologna, da giovedì 15 a sabato 17 settembre 2022, presso la “Tettoia Nervi“, in piazza Lucio Dalla, nel cuore pulsante dello storico quartiere della Bolognina.

    Tre serate, tre temi diversi: 1. L’agenda sociale del Paese; 2. La Destra al potere?; 3. Una nuova visione del mondo. Il tutto a pochissimi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre. Un importante momento per confrontarsi sulle idee.

    Numerosi gli ospiti: dall’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dal governatore dell’Emila-Romagna Stefano Bonaccini all’ex sindaco di Torino Chiara Appendino.

    Lo slogan del TPI Fest è: Fatti un’idea. La tua. La manifestazione culturale è patrocinata dal Comune di Bologna ed è libera e ad ingresso gratuito. L’evento è anche l’occasione per festeggiare insieme il primo anniversario della nascita del nostro settimanale The Post Internazionale.

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