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    Il totonomi sul governo: i possibili ministri di un esecutivo Conte bis

    Foto: Luigi Di Maio

    Da Di Maio a Franceschini, da Bonafede a Delrio: ecco le voci sulla composizione della squadra

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 28 Ago. 2019 alle 09:50 Aggiornato il 28 Ago. 2019 alle 11:08

    Totonomi governo, possibili ministri del Conte bis

    Chi saranno i ministri di un eventuale governo Pd-M5S guidato da Giuseppe Conte? A poche ore dalla fine delle consultazioni del presidente della Repubblica si fa più chiaro il quadro dei papabili componenti della squadra “giallorossa” che dopo la crisi scatenata da Matteo Salvini dovrebbe prendere il posto della compagine “gialloverde”  M5S-Lega. Ovviamente ci saranno molti passaggi di consegne. E alcuni posti passeranno dal Movimento ai Democratici.

    Interno

    L’incarico di ministro dell’Interno da Salvini dovrebbe andare ad una personalità non politica. Secondo Repubblica in pole ci sarebbero il capo della Polizia Franco Gabrielli e il prefetto Mario Morcone, che da capo di gabinetto di Minniti ha gestito il drastico calo degli sbarchi dei migranti. Mentre il Corriere della Sera indica il prefetto Bruno Ferrante, che nel 2006 fu candidato sindaco per il centrosinistra a Milano e il vicesegretario Dem Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia.

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    Esteri

    La casella degli Esteri potrebbe essere occupata dall’eurodeputato Pd Roberto Gualtieri o dall’ex premier Paolo Gentiloni. Ma circolano anche i nomi di Enzo Amendola, ex deputato Pd, già sottosegretario alla Farnesina durante i governi Gentiloni e Renzi, e di diplomatici come Elisabetta Belloni e Pasquale Salzano.

    Economia

    Quello dell’Economia, come sempre, è uno dei nodi maggiori. Nel totonomi sul governo sono finiti gli economisti Lucrezia Reichlin e Fabrizio Barca, ma è stata presa in considerazione anche la possibilità di una conferma di Giovanni Tria. Non è escluso che per il dicastero di via XX Settembre ci siano indicazioni dal Quirinale.

    Difesa

    Luigi Di Maio è l’unico capopartito che finirà nel governo, visto che il segretario Dem Nicola Zingaretti ha deciso di rinunciare, per non lasciare la presidenza della Regione Lazio. Il capo politico del M5S viene indicato come possibile ministro della Difesa o degli Esteri, ma molto dipenderà dal nodo della vicepresidenza del Consiglio. Non è un mistero che Di Maio punti alla conferma del ruolo di vicepremier, ipotesi sgradita al Pd. Se il piano dovesse fallire, il capo del Movimento potrebbe chiedere un posto di maggior peso.

    Lavoro e Sviluppo Economico

    Le deleghe di Lavoro e Sviluppo Economico dovrebbero andare a due ministri. Il Lavoro potrebbe andare all’economista e senatore del Pd Tommaso Nannicini o alla senatrice Teresa Bellanova. Lo Sviluppo Economico alla vicesegretaria Dem Paola De Micheli.

    Resta un nodo da sciogliere anche il numero dei vice di Conte: uno, due o nessuno. Il Pd chiede per sé la vicepresidenza del Consiglio considerando Conte un premier espressione del M5S. Il nome che circola è quello di Dario Franceschini, che potrebbe avere anche le deleghe ai Rapporti con il Parlamento.

    Giustizia

    Nel governo Pd-M5S ci saranno sicuramente due fedelissimi di Di Maio come Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Il primo dovrebbe essere confermato alla Giustizia. Il secondo potrebbe diventare ministro per le Riforme. Vincenzo Spadafora, altro fedelissimo di Di Maio, è in pole per le Pari Opportunità. Ma il Movimento 5 Stelle potrebbe conquistare anche la conferma di Sergio Costa all’Ambiente e di Giulia Grillo alla Sanità.

    Altra casella quasi certa è quella delle Infrastrutture, che dovrebbero andare al capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli. Alternative sono il capogruppo Dem Graziano Delrio, già titolare delle Infrastrutture nei governi Renzi e Gentiloni, e il deputato Dem Roberto Morassut.

    Infine, l’Istruzione. Nel totonomi sul governo c’è l’accademico e deputato M5S Lorenzo Fioramonti, oggi viceministro.

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