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    Totoministri, venti di recessione: Meloni punta sul tecnico Panetta all’Economia

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 4 Ott. 2022 alle 14:30 Aggiornato il 4 Ott. 2022 alle 18:28

    Totoministri, venti di recessione: Meloni punta sul tecnico Panetta all’Economia

    Continua lo scontro nel centrodestra sulla nuova squadra di governo, a meno di dieci giorni dalla prima seduta del parlamento uscito dal voto del 25 settembre.

    Lega e Forza Italia chiedono entrambi ministeri di peso all’interno del nuovo esecutivo, da assegnare a esponenti politici e non semplici tecnici, come invece sembra preferire Giorgia Meloni. Secondo i retroscena, la presidente di Fratelli d’Italia punta infatti a coprire molte delle caselle più ambite con esperti d’area. La volontà di assegnare nomi autorevoli ma non politici alla guida di ministeri come quello degli Esteri, dell’Interno, dell’Economia e anche della Salute, è uno dei punti di maggior tensione con gli alleati, che chiedono anche maggiore rappresentanza. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, lo schema attuale prevede tre ministeri a testa per Lega e Forza Italia, usciti dal voto del 25 settembre con percentuali simili. Meno di quanto avrebbe chiesto Antonio Tajani, coordinatore degli azzurri, e anche il Carroccio, che al consiglio federale di oggi potrebbe formalizzare la richiesta degli incarichi da assegnare in quota Lega: si parla di Interno, Infrastrutture, Agricoltura, Giustizia e Affari regionali. Non sono solo le quote a dividere il centrodestra: anche i nomi fatti dagli alleati avrebbero incontrato i veti della dirigenza di Fratelli d’Italia. Licia Ronzulli potrebbe finire al Turismo o agli Affari regionali e non alla Salute come chiesto da Forza Italia, mentre Paolo Barelli potrebbe non figurare nella squadra di governo. Per la Lega, Meloni sarebbe contraria alla nomina di Gian Marco Centinaio all’Agricoltura e anche di Edoardo Rixi alle Infrastrutture, mentre guarderebbe con favore a un nuovo incarico per Giancarlo Giorgetti, su cui invece peserebbe il veto di Salvini.

    Nel vortice del totoministri, il nodo cruciale continua però a essere quello dell’Economia. Dopo il no incassato dall’attuale inquilino di via XX Settembre, Daniele Franco, il candidato principale rimane Fabio Panetta, che attualmente siede nel comitato esecutivo della Banca centrale europea. L’ex direttore generale di Banca d’Italia garantirebbe la credibilità del governo nei mesi a venire, che si preannunciano tempestosi, alla luce anche delle ultime previsioni del Mef.

    Come riportato da Reuters, nella Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) presentata la settimana scorsa il Tesoro ha infatti stimato che l’economia italiana è nelle fasi iniziali di una recessione che potrebbe durare fino a metà 2023. Continua quindi la pressione sull’economista romano, che aspirerebbe piuttosto alla presidenza di Banca d’Italia, in scadenza l’anno prossimo. Un suo rifiuto potrebbe però non essere d’aiuto nella corsa a via Nazionale, visto che la nomina del successore di Ignazio Visco spetterà al presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio. Glielo ha ricordato, secondo Il Fatto Quotidiano, un messaggio fatto arrivare a Francoforte.

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