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    Totoministri, scontro su Salvini: “Non lo vogliamo, è vicino a Putin”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 28 Set. 2022 alle 09:55 Aggiornato il 28 Set. 2022 alle 09:56

    Totoministri, scontro su Salvini: “Non lo vogliamo, è vicino a Putin”

    “Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale”. Dopo il clamoroso flop alle elezioni di domenica, il consiglio federale della Lega ieri ha confermato la fiducia nel proprio segretario, sostenendo la richiesta di “un ministero di peso” per il Capitano, come dichiarato dal capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. Una risposta al veto che Fratelli d’Italia avrebbe posto sul nome di Salvini per la guida di qualsiasi ministero chiave, in primis quello dell’Interno. Il Carroccio punta infatti alla visibilità dell’esecutivo per guadagnare il terreno perso nell’opinione pubblica, come sottolineato nella nota ufficiale diffusa dopo il consiglio di ieri: “la Lega potrà recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di centrodestra – e Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale – ripartendo anche dall’ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori”.

    Secondo un retroscena de La Stampa, gli esponenti più atlantisti del partito guidato da Giorgia Meloni non hanno però dubbi sull’esclusione di Salvini. “Come ci si può presentare a Washington con un ministro di peso che voleva farsi comprare i voli per Mosca dall’ambasciata russa?”, la frase riportata dal quotidiano torinese.

    Per il momento, l’ipotesi che circola all’interno di FdI è quella di riesumare la figura dei due vicepremier, già presenti durante il primo governo Conte. In questo caso l’incarico andrebbe ai leader dei due partiti alleati: il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani e lo stesso Salvini, che tornerebbe al vecchio ruolo di quando era anche ministro dell’Interno.

    Il nome di Tajani viene tirato in ballo per diversi altri incarichi di primo piano: quello più ambito sarebbe la guida del ministero degli Esteri. In alternativa all’ex presidente del parlamento europeo potrebbe andare la presidenza della Camera o il ministero della Difesa. Quest’ultimo dicastero potrebbe anche tornare al cofondatore di FdI Ignazio La Russa, in corsa anche per la presidenza del Senato, insieme al leghista Roberto Calderoli.

    Sempre in quota Lega, viene fatto il nome di Giulia Bongiorno, che potrebbe tornare al ministero della Pubblica amministrazione, come durante il primo governo Conte, piuttosto che alla Giustizia, dove spicca il nome di Carlo Nordio.

    In quota Forza Italia circolano i nomi di Anna Maria Bernini, l’ex presidente del Senato Elisabetta Casellati e di Licia Ronzulli, che potrebbe andare al ministero dell’Istruzione. L’ex forzista Lucio Malan, passato a FdI, è invece il candidato principale per i Rapporti con il parlamento. Un altro ex di Forza Italia che potrebbe entrare nel governo in quota Fratelli d’Italia è Raffaele Fitto, che tornerebbe dal parlamento europeo per assumere la guida del ministero delle Politiche comunitarie.

    Tra i tecnici, si continuano a fare i nomi di Elisabetta Belloni, capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) ed ex segretaria generale della Farnesina e dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo per il ministero degli Esteri, assieme a quello dell’ex ministro Giulio Terzi di Santagata. All’Interno invece potrebbe andare il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini, o l’ex prefetto della capitale, Giuseppe Pecoraro, considerato più vicino a Meloni. Per il ministero del Lavoro invece, è stato fatto il nome del sociologo Luca Ricolfi. Nodo cruciale rimane quello dell’Economia: secondo Il Corriere della Sera Meloni avrebbe già ricevuto un no da Fabio Panetta, che attualmente siede nel comitato esecutivo della Banca centrale europea, e aspirerebbe alla presidenza di Banca d’Italia dopo Ignazio Visco, il cui mandato scade l’anno prossimo. L’alternativa sarebbe Domenico Siniscalco, già diventato ministro durante il secondo e il terzo governo Berlusconi, dopo le dimissioni di Giulio Tremonti. Un altro possibile ministro tecnico potrebbe essere l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato, alla guida dello Sviluppo Economico.

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