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    Il mistero delle 1.660 terapie intensive pronte all’uso che le Regioni non hanno ancora attivato

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 17 Ott. 2020 alle 15:59

    In Italia ci sono 1.660 ventilatori di terapia intensiva pronti all’uso ma mai attivati dalle Regioni: 183 sono in Campania, 345 in Emilia-Romagna, 249 in Lombardia. Il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, ha invitato con una lettera i governatori ad attivarli al più presto per potenziare al massimo il sistema di difesa in vista della stagione invernale. A quanto si apprende, il Governo è pronto a inviare alle Regioni altri 1.500 ventilatori, ma prima vuole vedere almeno attivati quelli già distribuiti.

    Prima della pandemia in Italia si contavano complessivamente 5.179 posti letto in terapia intensiva. A partire da marzo la flotta si è progressivamente allargata: lo Stato ha inviato finora sul territorio 3.109 nuovi ventilatori, che avrebbero dovuto portare quindi il totale dei posti letto a quota 8.288. Ma ad oggi il totale dei posti letti attivi è fermo a 6.628 (dati aggiornati al 16 ottobre). All’appello mancano appunto i 1.660 ventilatori che le Regioni non hanno ancora attivato.

    La situazione delle terapie intensive ad oggi è sotto controllo: i ricoverati sono 638 in tutta Italia. Ma solo tre Regioni – Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Veneto – rispettano la soglia di sicurezza definita dal Governo, pari a 14 posti letto ogni 100mila abitanti. Anche per questo Arcuri ha alzato il pressing affinché i ventilatori inviati ma non “accesi” vengano attivati.

    La risalita dei contagi registrati negli ultimi giorni ha spinto alcuni governatori a intraprendere o auspicare un giro di vite sul fronte delle restrizioni anti-contagio. Molti di quegli stessi governatori, peraltro – si fa notare dal Governo -, sul proprio territorio non si stano dimostrando efficienti nella gestione delle terapie intensive (oltreché sui fronti del trasporto pubblico locale e dell’organizzazione dei tamponi).

    Nella Campania di De Luca, ad esempio, in questi mesi sono stati inviati 281 ventilatori, ma 183 risultano ancora inattivi. Nell’Emilia-Romagna di Bonaccini su 412 apparecchi ne mancano all’appello ancora 345. In Lombardia i posti letto attivati dovrebbero essere 1.243 e invece sono 994. Il gap è poi di 130 posti in Calabria, 141 in Toscana, 149 nelle Marche, mentre le Regioni più virtuose sono Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, dove il numero dei ventilatori è addirittura superiore alla quota assegnata da Roma.

    Di seguito l’elenco delle Regioni e della rispettiva differenza fra posti di terapia intensiva attivi e posti di terapia potenziali, tenuto conto dei ventilatori inviati dal commissario Arcuri.

    – Abruzzo: meno 24
    – Basilicata: meno 23
    – Calabria: meno 130
    – Campania: meno 183
    – Emilia-Romagna: meno 345
    – Friuli Venezia Giulia: più 8
    – Lazio: meno 64
    – Liguria: meno 57
    – Lombardia: meno 249
    – Marche: meno 149
    – Molise: meno 26
    – Bolzano: meno 2
    – Trento: meno 13
    – Piemonte: più 17
    – Puglia: meno 137
    – Sardegna: meno 58
    – Sicilia: meno 76
    – Toscana: meno 141
    – Umbria: meno 51
    – Valle d’Aosta: meno 5
    – Veneto: più 48

    Leggi anche: Allarme terapie intensive: ecco la situazione regione per regione. Se i casi aumentano non siamo pronti

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