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    Taglio del vitalizi degli ex parlamentari, la Cassazione boccia il ricorso: decide la Camera. Esulta il M5S

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 8 Lug. 2019 alle 19:56

    Taglio vitalizi parlamentari, la Cassazione boccia il ricorso: decide la Camera

    TAGLIO VITALIZI PARLAMENTARI RICORSO – Vitalizi degli ex parlamentari, ultimo episodio della saga. La Cassazione ha bocciato oggi il ricorso contro i tagli alle indennità di ex deputati ed ex senatori stabilendo che sul punto a decidere devono essere le due Camere, e né un giudice ordinario, né un giudice amministrativo.

    Taglio vitalizi parlamentari, Cassazione boccia ricorso

    Il ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione era stato presentato dal professor Paolo Armaroli, il quale, dopo avere impugnato davanti al Consiglio di Giurisdizione della Camera la delibera del luglio scorso dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, per effetto della quale il suo vitalizio da ex parlamentare era stato decurtato del 44,41 per cento, chiedeva che fosse dichiarata la sussistenza della giurisdizione del giudice ordinario o, in subordine, di quello amministrativo.

    > Il Movimento 5 Stelle di Roma contro i giornali

    Le sezioni unite civili della Suprema Corte hanno scritto che le controversie relative alle “condizioni di attribuzione e alla misura dell’indennità parlamentare” e degli assegni vitalizi per gli ex parlamentari “non possono che essere decise dagli organi dell’autodichia, la cui previsione risponde alla medesima finalità di garantire la particolare autonomia del Parlamento”.

    Taglio vitalizi parlamentari, M5S esulta

    La decisione ha fatto esultare il Movimento 5 Stelle. Su Facebook il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ha annunciato: “Vi ricordate il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari che abbiamo fatto nei mesi scorsi? Qualcuno ha fatto ricorso per conservare il privilegio che percepiva ingiustamente da anni. Ma oggi è arrivata una bellissima notizia: la Cassazione ha bocciato il ricorso! Perché sui vitalizi e sulle indennità parlamentari decidono solo gli organi dell’autodichia, a garanzia dell’autonomia del Parlamento. E gli Uffici di Presidenza delle Camere, anche grazie ai nostri portavoce, hanno deciso di tagliare questi privilegi assolutamente iniqui”.

    “Con l’eliminazione dei vitalizi sapete quanto andremo a risparmiare? Circa 280 milioni, tra Camera e Senato, a legislatura. Soldi che invece di finire nelle tasche di pochi privilegiati potranno essere usati a favore degli italiani”, ha aggiunto il vicepremier.

    Taglio vitalizi parlamentari, decide la Camera

    Per gli ex parlamentari che si battono contro il taglio e che si sono visti dimezzata l’indennità comunque, non tutto è perduto.

    Perché la Cassazione ha stabilito che sulla maxi decurtazione delle ‘pensioni’ il solo organismo che ha titolo per decidere è la Camera con il suo ‘governo interno’. Tuttavia il Consiglio di Giurisdizione della Camera, afferma la Suprema Corte, è legittimato “a sollevare questioni di legittimità costituzionale”. Pertanto chi, come il professor Paolo Armaroli ritiene che i tagli abbiano leso “diritti fondamentali”, o nutre dubbi “di legittimità costituzionale” delle norme che hanno prodotto questo risultato, può evidenziarli “davanti al Consiglio di Giurisdizione della Camera dei deputati”.

    È davanti al Conisglio di Giurisdizione della Camera che per il momento giace la querelle sui tagli, ed è lì che adesso riprenderà la battaglia, ora che la Suprema Corte ha stabilito che la materia non può essere decisa né dal giudice ordinario né da quello amministrativo. Lo spiraglio della Consulta c’è.

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