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    Taglio dei parlamentari, cosa succede adesso: le prossime tappe della riforma costituzionale

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 8 Ott. 2019 alle 17:54

    Taglio dei parlamentari, cosa succede adesso: le prossime tappe della riforma costituzionale

    Il Parlamento ha approvato in via definitiva il taglio dei parlamentari. La riforma costituzionale è legge. Con 553 voti la Camera dei deputati approva in quarta lettura la riforma che prevede un taglio di 345 parlamentari. L’iter per l’approvazione era iniziato alcuni mesi fa: il 7 febbraio 2019 il ddl costituzionale aveva ricevuto la prima approvazione dall’Aula del Senato, il 9 maggio la prima approvazione alla Camera, l’11 luglio la seconda approvazione in Senato e oggi 8 ottobre la seconda approvazione alla Camera.

    Questo iter si è reso necessario perché si trattava di un ddl costituzionale, e l’ italiana prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali siano adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi.

    Le leggi costituzionali devono essere approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

    Ma che succede adesso che il ddl ha ricevuto le due successive deliberazioni da entrambe le Camere? Come ogni legge di revisione costituzionale, anche questa riforma sul taglio dei parlamentari può essere sottoposta a referendum popolare entro 3 mesi dalla pubblicazione.

    Che cos’è il referendum confermativo

    Come recita l’articolo 138, le leggi costituzionali possono essere sottoposte a referendum confermativo, detto anche referendum costituzionale o sospensivo. Per procedere con il referendum è necessario però che ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

    Il referendum in questione non prevede un quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo.

    Non è possibile ricorrere al referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

    Il referendum costituzionale del 2016

    Un referendum del genere, il terzo nella storia della Repubblica italiana, si tenne il 4 dicembre 2016, e si concluse con la bocciatura della riforma Renzi-Boschi.

    In quell’occasione si recarono alle urne il 65 per cento degli aventi diritto al voto.

    La riforma in questione aveva ricevuto l’approvazione in via definitiva dalla Camera dei deputati il 12 aprile 2016, e nello stesso mese fu fatta domanda per procede con il referendum. I precedenti referendum costituzionali risalgono al 2001 e al 2006. Nel primo caso vinse il sì, nel secondo prevalse il no.

    Cosa prevede il ddl costituzionale sul taglio dei Parlamentari

    Il ddl costituzionale n. 214-515-805-B prevede un taglio dei parlamentari, che diventano 400 alla Camera e 200 al Senato. In totale i parlamentari passano dagli attuali 945 a 600. Il ddl, a firma dei senatori Quagliarello, Calderoli, Perilli, Patuanelli e Romeo, introduce modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari.

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