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    Super Green Pass obbligatorio per i lavoratori, scontro nel governo: no di Lega e M5S

    Credit: Ansa
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 30 Dic. 2021 alle 09:43 Aggiornato il 30 Dic. 2021 alle 10:07

    Super Green Pass obbligatorio per i lavoratori, scontro nel governo

    Scontro nel governo per il Super Green Pass obbligatorio per tutti i lavoratori: Lega e M5S, infatti, hanno detto no all’ipotesi di estendere la certificazione verde rafforzata anche sul luogo di lavoro. La decisione, tuttavia, sembrerebbe essere stata solamente rinviata al prossimo consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi il prossimo 5 gennaio.

    Secondo quanto ricostruito, l’estensione dell’obbligo di certificazione verde su tutti luoghi di lavoro era stata richiesta nella mattinata di venerdì 29 dicembre dai governatori, riunitisi nella Conferenza delle Regioni, prima della Cabina di regia del governo.

    Proprio durante la Cabina di regia tra gli esperti del Cts e gli esponenti del governo è emersa la prima spaccatura all’interno della maggioranza con il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ha espresso tutti i suoi dubbi sull’obbligo del Super Green Pass per tutti i lavoratori.

    Secondo il Carroccio l’estensione del Super Green Pass sul lavoro sarebbe un obbligo vaccinale di fatto, motivo per cui lo Stato dovrebbe assumersi la responsabilità di eventuali conseguenze dal vaccino anti-Covid.

    Giorgetti, inoltre, avrebbe chiesto di stilare una lista dei lavoratori “fragili”, che quindi potrebbero essere esentati dall’obbligo. Anche il M5S si è detto contrario al Super Green Pass per i lavoratori, per motivi differenti da quelli della Lega.

    “Qual è la ratio di distinguere tra lavoratori e disoccupati? Non siamo contrari al green pass rafforzato, ma dobbiamo fare le cose con raziocinio. Forse a questo punto conviene ragionare sull’obbligo vaccinale” avrebbe dichiarato il ministro e capo delegazione M5S.

    Preso atto dello scontro tra “rigoristi”, rappresentati dai ministri Speranza e Brunetta e anche dal Pd, e la ritrovata alleanza giallo-verde, il premier Draghi ha rimandato qualsiasi decisione al prossimo Cdm, in programma nei primi giorni del 2022.

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