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    La storia di chi da 40 anni si batte per legalizzare la Cannabis

    Un'onda verde senza precedenti, che in una settimana ha raccolto mezzo milione di firme. Osteggiata dalle destre, dalla burocrazia e dagli interessi delle Lobby farmaceutiche

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 30 Set. 2021 alle 17:01 Aggiornato il 1 Ott. 2021 alle 18:08

    La carica dei 500mila: la battaglia lunga 40 anni per legalizzare le droghe leggere

    Ogni giorno Marco Perduca si sveglia alle 7 e sa che dovrà contare decine di migliaia di firme. Dal momento in cui lo accende, il cellulare non smette mai di squillare: WhatsApp da parte delle associazioni, mail di esperti o di giornalisti che chiedono disponibilità per le interviste e messaggi sui social da parte di cittadini che vogliono chiarirsi le idee.

    Poi subito in strada, davanti ai palazzi delle istituzioni, con cartelli e lettere indirizzate al presidente della Repubblica. Fa sentire la sua voce in tanti modi, spesso con azioni non violente come lunghi scioperi della fame. Sempre di corsa, come una trottola per cercare finanziamenti. Dorme poco Perduca, con troppi pensieri sulle spalle e una piattaforma online che per l’oceanica partecipazione rischia di crashare ogni due per tre.

    Ecco, è questa la vita che, come l’ex senatore radicale, stanno conducendo tutti gli uomini e le donne dell’associazione Luca Coscioni e di altre 60 realtà dall’11 settembre, giorno in cui è partita ufficialmente la raccolta firme del referendum abrogativo per la legalizzazione della Cannabis. Un quesito che sostanzialmente intende intervenire sul Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e propone la depenalizzazione per la coltivazione di marijuana e l’eliminazione del ritiro della patente nel caso di possesso di Cannabis… Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI, clicca qui.

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