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    Stefania Craxi eletta presidente della Commissione Esteri del Senato al posto di Petrocelli

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 18 Mag. 2022 alle 13:30 Aggiornato il 18 Mag. 2022 alle 14:50

    La senatrice di Forza Italia Stefania Craxi è stata nominata presidente della Commission Esteri del Senato dopo lo scioglimento causato dalle dimissioni di 20 dei suoi 22 membri in segno di protesta contro le posizioni dell’ex presidente, il senatore Vito Petrocelli. L’esponente del M5S si era opposto all’invio di armi in Ucraina e aveva incluso una “Z”, simbolo dell’invasione russa, in un tweet condiviso per commemorare la Festa della Liberazione il 25 aprile scorso. Ma dopo le polemiche e nonostante la condanna della sua posizione da parte del M5S Petrocelli non ha rassegnato le dimissioni. Poiché il regolamento del Senato non prevede la possibilità di togliere la fiducia alla presidenza di una commissione nel corso del suo mandato, gli altri senatori hanno deciso di scioglierla dimettendosi. Stefania Craxi, 61 anni e figlia dell’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi, è stata eletta a scrutinio segreto con 12 voti favorevoli contro i nove andati al candidato del M5S, l’ex capogruppo di Palazzo Madama Ettore Licheri. Un esito non scontato che ha suscitato le reazioni del M5S, i quali si aspettavano che la carica sarebbe rimasta loro appannaggio.

    Giuseppe Conte si è detto “molto adirato” e ha convocato un consiglio nazionale straordinario “per capire le dinamiche che hanno portato a perdere la presidenza della commissione”. Quello che sembrava quasi un passaggio di consegne rischia così di rappresentare una piccola scossa all’interno di una maggioranza di governo già molto fragile, divisa soprattutto sull’invio di rifornimenti militari all’Ucraina e sulla posizione dell’Italia nel conflitto in corso. A tal proposito, Craxi dopo l’elezione ha dichiarato che “la politica estera di un grande Paese non deve essere argomento divisivo soprattutto ora“. “Tra maggioranza e opposizione, lavoreremo assieme”, ha proseguito. Dobbiamo “dare subito segnali chiari, c’è una guerra in corso, serve la durezza necessaria per condurre al dialogo, anche la Commissione darà segnali in questo senso”, ha aggiunto.

     

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