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    Spese militari, braccio di ferro Draghi-Conte: “Così viene meno la maggioranza”. E sale al Quirinale

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 29 Mar. 2022 alle 20:41 Aggiornato il 29 Mar. 2022 alle 20:44

    Spese militari, braccio di ferro Draghi-Conte: “Così viene meno la maggioranza”. E sale al Quirinale

    Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella serata di oggi, 29 marzo 2022, è salito al Quirinale per aggiornare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in merito al dossier sull’aumento del 2 per cento del Pil per le spese militari. Decisione arrivata dopo una giornata di braccio di ferro sulla questione del riarmo che ha portato il premier ha incontrare Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. “Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2 per cento del Pil. Altrimenti verrebbero meno gli impegni presi dalla maggioranza”, avrebbe detto Draghi durante l’incontro il leader del Movimento 5 Stelle. Che però uscendo da Palazzo Chigi ha ribadito: “Non metto in discussione gli accordi con la Nato, ma l’aumento delle spese militari ora è improvvido”.

    Nel vertice con Conte, secondo quanto riporta La Repubblica, Draghi ha snocciolato alcuni dati relativi agli accordi con la maggioranza. I piani concordati nel 2014, e seguiti dai vari governi che si sono succeduti, prevedono entro il 2024 un continuo progressivo aumento degli investimenti. Il bilancio della difesa nel 2018 era sostanzialmente uguale al 2008. Nel 2018, stando ai dati del ministero della Difesa sugli anni di governo di Conte, illustrati dal premier, si registravano circa 21 miliardi, nel 2021 24,6 miliardi (un aumento del 17 per cento). Tra il 2021 e il 2022 il bilancio della Difesa è salito invece a 26 miliardi, un aumento del 5,6 per cento. Questi stessi dati ora Draghi li sta elencando a Mattarella nel corso del colloquio al Colle.

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