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    La sorella di Giorgia Meloni querela Natangelo per la vignetta satirica sulla “sostituzione etnica”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 4 Ago. 2023 alle 14:23

    La sorella di Giorgia Meloni querela Natangelo per la vignetta satirica sulla “sostituzione etnica”

    Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio, ha deciso di sporgere querela nei confronti di Mario Natangelo, per l’ormai celebre vignetta sulla “sostituzione etnica”. A dare la notizia è Il Fatto Quotidiano, il cui comitato di redazione ha espresso solidarietà al vignettista.

    Nel disegno satirico, pubblicato sul quotidiano diretto da Marco Travaglio, il 20 aprile scorso, Natangelo prendeva di mira il marito di Arianna Meloni e ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per i suoi commenti su una presunta “sostituzione etnica”. La sorella della premier era ritratta a letto con un uomo di colore che si diceva preoccupato di essere scoperto dal ministro, mentre lei lo rassicurava dicendo che il marito  non sarebbe rientrato per tutto il giorno perché impegnato a “combattere la sostituzione etnica”.

    “Se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Si colpisce una persona che non ricopre incarichi pubblici colpevole solo di essere mia sorella”, aveva detto Giorgia Meloni.

    In risposta alle polemiche, Natangelo aveva realizzato un’altra vignetta, pubblicata il giorno successivo, che mostrava Arianna Meloni mentre era a letto con il marito dicendo, con l’aria contrariata, “preferivo la vignetta di prima”.

    Il caso è già stato archiviato dall’Ordine dei giornalisti, che ha giudicato “I tratti e le parole usate” né “offensive né insultanti”. “Natangelo, con la sua matita satirica, ha esercitato il proprio diritto di critica senza superare i limiti”, ha scritto il consiglio di disciplina dell’ordine il 20 giugno scorso, motivando la decisione presa all’unanimità.

    La decisione di adire le vie legali “è grottesca e pericolosa”, ha dichiarato oggi il comitato di redazione de Il Fatto Quotidiano. “Non è il primo politico che vuole limitare la libertà di satira, ma dovrebbe sapere che è proprio la sua indiscussa utilità sociale e politica a giustificare una soglia di libertà più larga rispetto a ogni altro genere espressivo, come da consolidata giurisprudenza”, ha aggiunto il cdr, dicendosi certo che “la magistratura escluderà qualsiasi reato”.

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