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    Salvini furioso con Conte e Di Maio: “Volete far saltare tutto”

    Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giuseppe Conte
    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 19 Apr. 2019 alle 08:48 Aggiornato il 19 Apr. 2019 alle 08:50

    Secondo quanto riporta un retroscena di Repubblica, il caso Armando Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione, ha fatto esplodere le tensioni all’interno della maggioranza di governo.

    In un infuocato Consiglio dei Ministri tenutosi giovedì 18 aprile a Reggio Calabria, Salvini avrebbe palesato tutto il suo nervosismo per la posizione del Movimento Cinque Stelle su Siri.

    Di Maio, infatti, ieri ha invocato le dimissioni del sottosegretario: “Un sottosegretario indagato per fatti legati alla mafia è un fatto grave. Non è più una questione tecnica giuridica, ma morale e politica. Va bene rispettare i tre gradi di giudizio, ma qui la questione è morale”-

    Una presa di posizione che ha mandato su tutte le furie il ministro dell’Interno. Nella riunione di Reggio Calabria, secondo quanto scrive Claudio Tito, Salvini si sarebbe rivolto a muso duro al premier Giuseppe Conte: “Guarda che così non si va da nessuna parte. Con gli insulti non risolvete nulla. Con gli attacchi personali non ottenete niente. Sappiate che Siri non si dimette. Né ora né mai”.

    “Ma di che stiamo parlando? Con questo atteggiamento state bloccando il Paese solo per le elezioni europee. Ma allora ditelo, ditelo che volete far saltare tutto”, ha detto il leader della Lega a Conte.

    Salvini, insomma, sembra porre una condizione chiara: il governo può andare avanti solo se si placa la furia giustizialista dei Cinque Stelle.

    Il presidente del Consiglio avrebbe in qualche modo difeso la linea pentastellata: Siri può essere temporaneamente allontanato, per poi eventualmente rientrare qualora le accuse a suo carico cadessero.

    Al CdM arriva anche Di Maio. Lui e Salvini si ignorano per tutta la durata del vertice. Il vicepremier grillino è fermo sulla sua posizione, ma Salvini incalza rivolgendosi a Toninelli: “Senza Siri, voglio vedere come te la cavi su Alitalia”.

    Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti, ammonisce: “Senza Siri, senza la sua competenza, si rischia di avere qualche problema su Alitalia”.

    I due alleati di governo riusciranno a trovare un compromesso, o il fatto di essere avversari nella campagna per le elezioni europee rischia di acuire le tensioni e di mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo?

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