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    Il sindaco di Vo’ Euganeo a TPI: “Ci siamo salvati grazie ai tamponi e a un presentimento”

    Giuliano Martini, sindaco di Vo', sfoggia il cappellino autografato da Valentino Rossi: un regalo portatogli dalla sindaca di Tavullia Francesca Paolucci

    Nel suo comune c'è stata la prima vittima per il Covid-19, ma anche una reazione che ha fatto scuola per il resto d'Italia: "Dobbiamo ringraziare Zaia e Crisanti, altrimenti ci sarebbero stati molti più morti. Negli ultimi tre mesi, non abbiamo avuto nemmeno un positivo. Avevo giurato di non ricandidarmi più, ma nel 2019 ho avuto una specie di presentimento e ho capito che il mio territorio avrebbe avuto bisogno di me"

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 6 Set. 2020 alle 09:54 Aggiornato il 6 Set. 2020 alle 10:03

    Sulla testa sfoggia il cappellino giallo firmato da Valentino Rossi, un regalo della sindaca di Tavullia Francesca Paolucci. Sotto la visiera, i suoi occhi luccicanti tradiscono l’emozione di un momento effettivamente molto toccante. Giuliano Martini è il sindaco di Vo’ Euganeo, il comune del Padovano dove c’è stato il primo decesso per Covid-19. Oggi (ieri, 5 settembre, ndr) ha incontrato per la prima volta Francesco Passerini, sindaco di Codogno, nel Lodigiano, dove invece c’è stato il primo caso in assoluto: Mattia Maestri, il famoso “paziente numero uno”.

    L’incontro è avvenuto proprio a Codogno, nel contesto della manifestazione “Ripartiamo insieme, da dove tutto è cominciato”, organizzata da due ex sindaci: Davide Ferrari (di Galliate, in provincia di Novara) e Lorenzo Guzzetti (di Uboldo, Varese). L’evento è riuscito anche oltre le aspettative grazie alla presenza di oltre 150 sindaci giunti da tutta Italia, nonché dello stesso Mattia Maestri, che nell’occasione è tornato a giocare a calcio, richiamando una forte attenzione mediatica. In particolare, a far correre un brivido lungo la schiena dei presenti sono stati due momenti: il commosso ricordo dei nove sindaci che hanno perso la vita a causa del Coronavirus e, appunto, l’abbraccio solidale tra i due primi cittadini che sono diventati simbolo della pandemia nel Nord Italia.

    I sindaci arrivati da tutta Italia hanno ricordato i loro nove colleghi morti a causa del Coronavirus nel corso di una messa svoltasi nella chiesa di Codogno

    Sindaco Martini, che tipo di emozione ha provato incontrando il suo collega Passerini?
    Beh, diciamo che quando sono salito sul palco l’emozione è stata grande, perché ripensavo a quei momenti tragici in cui mi commuovevo vedendo le bare trasportate dai camion militari (in Lombardia, ma anche in Veneto) per essere cremate. Un’emozione forte: ho rivissuto in un attimo tutto quello che è successo a Vo’. Io ritengo che il nostro Comune in questa pandemia sia stato molto fortunato ad aver potuto eseguire i tamponi sull’intera popolazione, perché in caso contrario avremmo sicuramente pianto la perdita di altre 30/35 persone. Vo’ ha scampato un pericolo maggiore, ma in questa occasione di ritrovo tra sindaci di tutta Italia voglio rimarcare la necessità di fare squadra a livello nazionale e creare delle strutture che permettano di eseguire i tamponi in tutto il territorio italiano.

    Il fatto che il professor Andrea Crisanti, che è stato così importante per il Veneto, stia dando dei suggerimenti operativi a tutta la nazione la fa sentire più tranquillo?
    Beh, io sono tranquillissimo perché ho un presidente della Regione come Luca Zaia, che è stato il primo ad avere l’intuizione di fare i tamponi a Vo’. Poi l’Università di Padova ha eseguito, tramite medici volontari, il secondo e terzo giro di tamponi, nonché i test sierologici. Lo ha fatto con l’apporto del professor Crisanti, il quale ha indubbiamente fornito un contributo eccellente con la sua professionalità e ha dato indicazioni molto importanti per seguire l’evoluzione della pandemia.
    Oggi com’è la situazione a Vo’?
    Ormai da tre mesi non abbiamo alcun caso di positività. Abbiamo avuto due contagi di rientro (uno dalla Croazia e uno dalla Bulgaria) che sono stati immediatamente controllati e non sono stati fatti entrare nel territorio comunale, se non per mettersi in quarantena. Il delta zero è il frutto di un lavoro eccellente, dovuto anche al fatto che i sindaci della zona hanno effettuato il tampone su base volontaria e poi anche il test sierologico sia agli adulti che ai bambini. In questo modo abbiamo raggiunto una maturità tale che ci permette di dire che difficilmente si verificheranno nuovi focolai.

    Siete ottimisti in merito alla riapertura delle scuole?
    Noi abbiamo fatto di tutto e di più per riaprire le scuole in sicurezza e questo credo che lo sappia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il 14 settembre sarà proprio da noi per celebrare l’inaugurazione dell’anno scolastico. Lo consideriamo un riconoscimento prestigioso, ricordando anche che siamo stati il primo comune a partire con la didattica a distanza, che crediamo nella scuola e che quindi in questi anni vi abbiamo sempre investito. Insomma, siamo fiduciosi nel fatto che si possa ripartire bene. D’altra parte, oggi sono qui a Codogno con i miei colleghi sindaci proprio perché bisogna ricominciare e la speranza deve essere il primo strumento per farci andare avanti, nonostante gli ostacoli che sicuramente si presenteranno. Se abbiamo superato quello che ci è successo negli scorsi mesi, sapremo superare anche tutte le prossime difficoltà.
    Lei ha fatto due mandati da sindaco dal 2004 al 2014, poi è stato fermo cinque anni e nel 2019 è stato rieletto. Magari è presto per dirlo, ma visto quello che è capitato a lei e al suo paese, ha intenzione di candidarsi anche per un ulteriore mandato?
    No. Dopo i primi due mandati avevo giurato che non mi sarei più ricandidato. Poi ho visto che a Vo’ c’era bisogno di sistemare alcune cose, ho pensato che ci sarebbe potuto essere bisogno di me e quindi mi sono rimesso in gioco.

    L’indubbio stress derivante dal Covid-19 e dalla difficoltà di gestire la situazione incide nella sua scelta di non ricandidarsi?
    Mi lasci dire che, quando ho deciso di ricandidarmi, è stato per una sorta di presentimento. Ho pensato che il mio territorio e il mio Comune avessero bisogno di me. Era come se mi sentissi che stesse per capitare qualcosa di grosso. Avrei avuto la possibilità di candidarmi alle regionali, se avessi voluto, ma non sono interessato a fare carriera politica: ho scelto di lavorare per il mio territorio e di rispondere ai miei cittadini. Ho sempre fatto quello che ho fatto per Vo’. E mi pare di poter dire che Vo’ ha dimostrato di saper reagire e saper comportarsi nel modo migliore, anche di fronte a eventi travolgenti come questo.

    Gli organizzatori del raduno di Codogno, Davide Ferrari e Lorenzo Guzzetti, con l’ex “paziente numero uno” Mattia Maestri (in mezzo)

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