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    Il sindaco di Pennabilli emana un’ordinanza sulla felicità: “Sorridete alla vita”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 22 Dic. 2022 alle 12:46

    La felicità per “obbligo di legge”: il sindaco di Pennabilli – in provincia di Rimini – Mauro Giannini ha firmato un’ordinanza nella quale ordina ai suoi concittadini: “Con la volontà di vedere uniti e gioiosi tutti in occasione del santo Natale, sorridete alla Vita, aprite i vostri Cuori e riempite di gioia chiunque voi incontrate”.

    Il documento è stato trasmesso alla polizia e al prefetto per l’applicazione. Disobbedire, però, non comporta alcuna sanzione. “Ci pensavo da qualche anno, alla fine mi sono deciso”, ha detto Giannini in un’intervista al Resto del Carlino, che ha rilanciato la notizia.

    “Come ho scritto nel documento, mi richiamo all’articolo 2 dello Statuto comunale, che promuove tolleranza e rispetto delle persone, e all’articolo 7, ispirato ai principi di uguaglianza e solidarietà”.

    Giannini ha spiegato che per secondo lui l’andazzo generale va nel senso opposto al suo provvedimento: “Basta guardare i social: offese pesanti a tutto spiano, non sopportiamo chi la vede diversamente da noi”.

    Per questo motivo ha voluto dare un segnale anche simbolico, in concomitanza delle feste: “Un sindaco deve pensare anche alle cose immateriali, al bene e alla serenità dei suoi concittadini. Il mio vuole essere un messaggio di convivenza e di civiltà, di educazione e collaborazione con gli altri”.

    Per spiegarsi si è servito anche di un detto romagnolo: “Se da un greppo cade un sasso in mezzo alla strada, chi passa lo sposta altrimenti se passa uno in motore si fa male. È questo lo spirito che deve animare una comunità”.

    Meno di un mese fa il nome di Giannini era balzato alle cronache per alcune dichiarazioni fatte sul suo profilo Facebook, dove aveva scritto: “Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera”.

    Alle naturali accuse di fascismo che gli sono derivate sotto al post nel quale celebrava il suo addio all’esercito, ha replicato: “La camicia nera è quella che portava il reggimento d’assalto Arditi, dai quali provengo”.

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