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    Sequestro fondi Lega, cosa rischia il partito con la decisione del Tribunale del Riesame

    Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti

    Il sottosegretario Giorgetti: "Se i fondi futuri saranno requisiti il partito non esisterà più. Ma non stacchiamo la spina al governo". Ecco su cosa sono chiamati a decidere i giudici:

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 1 Set. 2018 alle 13:58 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:12
    Sequestro fondi Lega

    Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed esponente leghista, Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano, a Marina di Pietrasanta il 31 agosto, ha detto che la Lega rischia seriamente di chiudere i battenti se il 5 settembre verrà confermata la sentenza sui 49 milioni.

    “Se il Tribunale del riesame deciderà di requisire tutti i futuri proventi che affluiscono nelle casse della Lega, e che sostanzialmente sono i versamenti dei parlamentari e dei consiglieri, allora il partito non potrà più esistere perché non avrà più soldi”, ha detto Giorgetti intervistato da Peter Gomez.

    Il prossimo 5 settembre il Tribunale del Riesame di Genova terrà l’udienza per discutere sul sequestro dei fondi della Lega dopo il rinvio da parte della corte di Cassazione che, ad aprile, ha dato ragione alla procura di Genova sul sequestro “a tappeto” su conti correnti e depositi riferibili al partito, fino a raggiungere i 49 milioni di euro.

    Sarebbe questo infatti l’importo della truffa ai danni dello Stato per la quale è stato condannato in primo grado l’ex leader leghista Umberto Bossi insieme all’ex tesoriere Francesco Belsito.

    Giorgetti ha spiegato che “i soldi che avevamo sono stati presi dalla magistratura, quindi noi non abbiamo più niente, in questo momento”.

    Pertanto, sembra che in caso di conferma del provvedimento di sequestro, il segretario della Lega Matteo Salvini potrebbe essere intenzionato a chiudere il partito e a fondarne un altro.

    Sul fronte Cinque Stelle, cresce intanto il sospetto che il segretario della Lega voglia puntare a massimizzare il consenso elettorale puntando sull’immigrazione e poi tornare alle urne per governare da solo o con una coalizione di centrodestra.

    Non mancano infatti i temi su cui Lega e Movimento Cinque Stelle non riescono a trovare un accordo. Tra questi, pensioni d’oro, grandi opere, No Way sui migranti (qui tutti i punti di disaccordo).

    Il leghista Giorgetti ha voluto però rassicurare l’uditorio sulle sorti dell’esecutivo (qui le ultime notizie).

    “Abbiamo 5 anni per salvare il paese dal disastro, se avessimo voluto staccare la spina il giorno dell’avviso di garanzia a Salvini, avremmo avuto un buon motivo, ma non lo abbiamo fatto”.

    Dall’opposizione arriva l’attacco del senatore Pd Dario Parrini, che replica: “Non va bene caro Giorgetti. Drammatizzare decisioni giudiziarie in arrivo è una gravissima scorrettezza. Il partito tuo e di Salvini deve ridare agli italiani 49 milioni in ogni caso. Anche se chiuderete la Lega per creare un altro partito. #TroppoFurbi #LaLeggeSiRispetta”.

    Secondo le indiscrezioni di stampa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe intenzionato a convocare una “Cabina di regia” all’inizio della prossima settimana, per placare le fibrillazioni interne tra M5s e Lega.

    La “Cabina di regia” cui fanno riferimento i giornali potrebbe essere il “Comitato di conciliazione”, l’organo previsto dal contratto di governo gialloverde proprio al fine di superare gli eventuali contrasti tra le due forze politiche sull’applicazione dell’accordo.

    Leggi anche: Lo strano caso delle doppie tessere della Lega: così Salvini si è fatto due partiti, uno per il Nord e uno per il Sud Italia
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