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    Sepoltura dei feti, Giuditta Pini (Pd): “FdI vuole smontare la 194 gradualmente, i cimiteri sono solo il primo passo”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 2 Set. 2022 alle 13:28 Aggiornato il 2 Set. 2022 alle 13:34

    “Cimiteri simili a quelli dell’inchiesta di Tpi ci sono anche a Roma e in altre città, ne sono certa. La strategia di FdI è nota, ed è quella di criminalizzare le donne che decidono di abortire, e di creare una narrazione per cui culturalmente siano sempre più sole e colpevolizzate. Il fatto che venga portata dentro le istituzioni è ancora più grave e preoccupante, perché nelle istituzioni bisognerebbe rispettare la legge, la volontà delle persone, e le posizioni di quelli che la pensano diversamente”; così Giuditta Pini, deputata del Pd e relatrice della legge sulla riforma del sistema funerario durante la scorsa legislatura, commenta la proposta del senatore meloniano Luca De Carlo di rendere obbligatoria la sepoltura dei feti al di sotto delle 28 settimane di gravidanza, rilanciata in un’intervista a Tpi dopo l’inchiesta sul cimitero per i feti a Pesaro, nelle Marche, gestito da un’associazione pro life.

    La misura annunciata dal senatore De Carlo riprende quella già presentata in Senato durante la scorsa legislatura dalla senatrice Isabella Rauti: la sepoltura obbligatoria dei feti, da portare avanti anche senza il consenso dei genitori. FdI aveva provato a introdurre la sepoltura obbligatoria anche presentando una serie di emendamenti alla legge sulla riforma del sistema funerario – di cui Pini era relatrice insieme alla deputata della Lega Sara Foscolo – chiedendo che le Regioni si dotassero di cimiteri per feti e per embrioni, e anche in questo caso che la procedura fosse obbligatoria, e a carico della Asl, quando i genitori non ne avevano fatto richiesta.

    “Avevo dato parere contrario”, spiega Pini. “All’inizio il ministero della Salute aveva dato parere favorevole. Ci fu una discussione animata e cambiò il parere”, aggiunge. La discussione si è interrotta con la caduta del governo e la fine della legislatura. Ma l’esponente dem fa notare come regolamentare in tutta Italia i cimiteri per i feti rappresenta una mossa più sottile rispetto a quella di rendere la sepoltura obbligatoria. “La proposta di Rauti paradossalmente è più facile da contrastare, perché la sepoltura senza il consenso della persona che ha interrotto la gravidanza diventa una violenza eccessiva. Ma non mi stupisce che il dibattito si sia riacceso”.

    L’approvazione del disegno di legge di De Carlo nel corso della prossima legislatura, probabile se FdI e il centrodestra faranno man bassa di seggi in Parlamento “vorrebbe dire un passo indietro, un ulteriore tentativo da parte della destra, non solo sul piano europeo ma anche internazionale, come si vede da quello che sta succedendo negli Usa, di iniziare a smantellare i diritti delle donne, delle minoranze, per avvantaggiare un pezzo sempre più piccolo di popolazione che rappresentano”, aggiunge Pini.

    “Vorrebbe dire far passare l’idea che le madri siano delle omicide. La cosa che non si dice è che tramite proposte simili si inserisce nel dibattito questa idea, e cioè che quello non sia un feto ma una persona formata, che ha diritto a una sepoltura obbligatoria. Con l’aborto dunque non stai più facendo un’operazione, ma un omicidio, Questa è l’idea che vogliono portare avanti. Non possono dirlo esplicitamente perché vorrebbe dire abolire la 194 e in questo momento non riescono a farlo perché non hanno la forza, però possono a livello culturale iniziare a instillare questa idea”, continua l’esponente dem.

    La strategia dunque sarebbe quella di limitare il diritto all’aborto e arrivare all’abolizione della 194 “in modo graduale”. “Se dicessero che vorrebbero modificarla ci sarebbe una levata di scudi e il tentativo verrebbe bloccato – continua Pini – Ma se inizio piano piano con piccole mosse a fare il cimitero, a mettere l’associazione pro vita nel consultorio, premiare il medico obiettore, a creare un certo contesto, ci posso arrivare con più facilità e di fatto è già più complicato per tutti avere questo diritto garantito. Se volessi togliere le unioni civili non lo direi da domani, se invece pian pianino inizio a smontare un impianto pezzetto per pezzetto, ottengo gradualmente, e nei fatti, il risultato”, conclude.

     

     

     

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