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    Elly Schlein incontra Roberto Salis: “Ma Ilaria non sarà candidata col Pd”

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 3 Apr. 2024 alle 19:01 Aggiornato il 4 Apr. 2024 alle 18:09

    Mercoledì 3 aprile la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha incontrato Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis, la 39enne italiana detenuta da oltre un anno in Ungheria con l’accusa di aver aggredito un gruppo di militanti neonazisti.

    L’incontro – rivelato da Repubblica.it – ha rilanciato le voci su una possibile candidatura della donna alle elezioni europee nelle liste del Pd: se eletta al Parlamento Ue, infatti, Salis beneficerebbe dell’immunità e le autorità ungheresi sarebbero costrette a rilasciarla.

    Repubblica parla di una stretta del Pd sulle liste, con Schlein che potrebbe rinunciare alla corsa da capolista lasciando la possibilità a Salis di essere candidata nelle isole. Ma fonti del Pd hanno fatto sapere che la segretaria ha incontrato Roberto Salis semplicemente per parlare della “situazione incresciosa in cui si trova la figlia”.

    E in seguito anche la stessa segretaria dem ha smentito l’ipotesi di una candidatura di Ilaria Salis. “Non è in campo”, ha dichiarato Schlein intervistata da Bruno Vespa durante il programma tv Porta a Porta. “Ho letto elucubrazioni su trattative, non c’è in corso nessuna trattativa”.

    “Ho voluto incontrare il padre di Salis per discutere su come possiamo aiutare a togliere Ilaria dalla situazione inaccettabile in cui si trova”, ha spiegato la leader del Pd. E intanto anche l’avvocato della famiglia Salis, Eugenio Losco, allontana la candidatura: per il legale “ci vorrebbe comunque un provvedimento ungherese” per “determinare l’immunità sul territorio europeo”.

    Martedì il portavoce del Governo ungherese, Zoltan Kovacs, ha pubblicato sul social X un post che non lascia certo ben sperare rispetto a un’eventuale scarcerazione della cittadina italiana. “Nessuna richiesta diretta da parte del Governo italiano (o di qualsiasi altro importante organo di informazione) al Governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis, perché il Governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali”, ha puntualizzato il portavoce, specificando due volte che Ilaria Salis non è una martire.

    Parole che sono state interpretate dal padre della donna quasi come una pietra tombale sul destino della figlia: “Il processo – ha osservato Roberto Salis  – è già stato fatto, il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze”.

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