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    Gli italianisti a Sangiuliano: “Dante di destra? Era il poeta di tutti, la cultura non va strumentalizzata”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 16 Gen. 2023 alle 12:11

    “La cultura non deve prestarsi a strumentalizzazioni politiche”: Silvia Tatti, professoressa ordinaria di Letteratura italiana e presidente dell’Associazione degli Italianisti, contro le dichiarazioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che aveva definito Dante “fondatore della cultura di destra”.

    Un pensiero del genere “confligge con il ruolo stesso della cultura”, dice Tatti in un comunicato dal titolo “Dante di destra? Lungi fia dal becco l’erba!”.

    La professoressa a capo dell’organismo che riunisce i docenti universitari italiani che operano nell’ambito degli studi di italianistica è lapidaria: “Dante non è né di destra né di sinistra; il senso etico del lavoro intellettuale, l’esercizio virtuoso del potere e la libertà di pensiero sono i fondamenti della sua opera, che nasce proprio dal rifiuto di ogni strumentalizzazione. Nessuna epoca e nessuna parte politica si può appropriare di scrittori che appartengono al mondo intero”.

    Tatti batte inoltre sull’importanza della funzione didattica: “Per noi che insegniamo letteratura italiana a scuola e all’università e che formiamo le nuove generazioni a una cittadinanza responsabile, lo sviluppo di un pensiero critico lontano da ogni condizionamento è il presupposto necessario sul quale si fonda il significato stesso del nostro lavoro”.

    Dante per la sua autorevolezza è spesso “vittima” di tentativi di appropriazione al fine legittimare un pensiero o un atteggiamento: “Ed è proprio sul significato e sulla funzione di una cultura nazionale – conclude Tatti – che vale piuttosto la pena interrogarsi nuovamente oggi, in un mondo globalizzato e profondamente diverso dall’epoca risorgimentale, dal fascismo, dal dopo guerra; e questo a partire proprio dalla tradizione linguistica e letteraria italiana che ci aiuta a prendere coscienza della nostra storia per collocarci nel presente”.

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