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    Salvini: “Razionamento in autunno se il prezzo del gas non cala. Riporterò la leva militare”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 26 Ago. 2022 alle 13:15

    Salvini: “Razionamento in autunno se il prezzo del gas non cala. Riporterò la leva militare”

    “Il rischio di razionamenti in autunno c’è”. È l’avvertimento lanciato da Matteo Salvini, che ha annunciato possibili limitazioni ai consumi di gas se dovesse continuare la corsa dei prezzi, dopo i nuovi record raggiunti al mercato di riferimento di Amsterdam.

    “Se il prezzo non scende il prossimo governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese”, ha detto oggi il segretario della Lega a Napoli. “Vorrei evitarlo”, ha aggiunto, “ma l’ha già detto Macron, e la Francia oltretutto ha decine di reattori nucleari operativi. Noi non ce li abbiamo, importiamo solo energia dall’estero, quindi se non si interviene il rischio di decidere chi si riscalda e chi no, chi accende la luce e chi no è assolutamente concreto”.

    “La Lega chiede al governo Draghi che è in carica di fare in fretta”, ha poi continuato. “Noi chiedemmo mesi fa un investimento maggiore, uno scostamento di bilancio, ci dissero no. Adesso tutti si accorgono che settembre e ottobre rischiano di essere devastanti per le famiglie e per le imprese”.

    Il leader leghista ha sottolineato che il voto del suo partito “è assicurato” se Draghi porterà “in consiglio dei ministri o in parlamento anche la prossima settimana un provvedimento da miliardi, da decine di miliardi per sostenere famiglie e imprese”.

    Parlando a margine di un incontro nel capoluogo campano, l’ex ministro dell’Interno ha anche rinnovato l’impegno a reintrodurre la leva militare, per la durata di “un annetto”. “Si può fare perché la legge non ha annullato, ma ha solo sospeso il servizio civile e il servizio militare obbligatorio”, ha detto.

    Il primo provvedimento sul lavoro del nuovo governo, ha aggiunto, sarà “l’azzeramento della legge Fornero”. Una misura che per Salvini “fa bene a Napoli ma fa bene a tutta Italia”. “Mandare in pensione chi lavora da 41 anni significa aprire spazi di lavoro ai giovani che altrimenti vivono di precariato a vita”.

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