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    Il Guardian: “Minniti e l’UE, violando i diritti umani, hanno aperto la strada al trionfo di Salvini”

    Marco Minniti e Matteo Salvini

    Secondo il prestigioso quotidiano britannico, Salvini non ha fatto altro che seguire le linee guida dettate dall'Europa e dal suo predecessore al Viminale: si possono violare i diritti umani se il fine è proteggere i confini

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 12 Giu. 2018 alle 12:55 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:15

    Il prestigioso quotidiano britannico The Guardian è intervenuto sulla vicenda della nave Aquarius con un duro editoriale. Duro non solo nei confronti di Matteo Salvini, ma anche e soprattutto delle istituzioni europee, nonché di Marco Minniti e della sua gestione delle politiche migratorie.

    Nell’articolo firmato da Daniel Howden, si legge che “Minniti e i suoi sostenitori a Bruxelles e Berlino sono stati le ostetriche del salvinismo”. In altre parole, sono state proprio le politiche europee sull’immigrazione a fare da anticamera al trionfo di Salvini.

    Il leader della Lega, per Howden, ha seguito una prassi in voga da tempo in Europa, quella di violare i diritti umani:”La politica migratoria dell’UE, in particolare dopo gli afflussi record del 2015, è stata costruita sull’idea che il controllo degli arrivi marittimi avrebbe costituito il centro dell’azione politica comunitaria”.

    “I diritti umani e il diritto internazionale potevano essere subordinati all’esigenza di controllo, anche se ciò significava cooptare le milizie libiche, pagare i contrabbandieri per fungere da guardie costiere o reindirizzare gli aiuti allo sviluppo per corrompere i regimi africani”.

    “Gli elettori europei, secondo il ragionamento dell’Ue, perdonerebbero violazioni dei diritti in luoghi lontani in cambio di confini più sicuri. I critici di questa strategia politica sono stati bollati come ingenui. L’artefice principale è stato il precedente ministro degli Interni italiano, Marco Minniti, che ha portato un’enorme riduzione degli arrivi via mare attraverso una serie di loschi affari in Libia che hanno trasformato trafficanti e contrabbandieri nei guardiani dei confini europei”.

    “Il piano Minniti – prosegue il Guardian – aveva molti ammiratori all’interno della Commissione europea. Ma quando Minniti e il suo partito sono stati spazzati via alle elezioni, è diventato dolorosamente evidente che non esiste alcun dividendo elettorale per i centristi che sostengono il populismo anti-migrazione”.

    Per l’editorialista del prestigioso quotidiano britannico, insomma, “trattando la politica migratoria come un’arena di crisi in cui i diritti umani e il diritto internazionale possono essere messi da parte nella fretta di rispondere a un panico percepito, Minniti e suoi sostenitori a Bruxelles e Berlino sono stati le ostetriche del salvinismo”.

    La vicenda della nave Aquarius, per Howden, non può quindi essere letta soltanto come un tentativo di Salvini di spingere per la modifica dei trattati europei. Sarebbe bello crederlo, ma sarebbe anche ingenuo.

    “Salvini capisce, così come Viktor Orbán in Ungheria e Sebastian Kurz in Austria, che l’UE non ha una risposta al problema”. Di conseguenza, per Howden, le mosse del ministro dell’Interno sono meramente propagandistiche e non mirano a una modifica delle politiche europee, perché non ci sono le condizioni per cui ciò possa avvenire, come il leader della Lega sa molto bene.

    Salvini, per il Guardian, punta solo ad aumentare i consensi del suo partito, e ha capito che soffiare sulla retorica dell’immigrazione gli consente di guadagnare sempre più popolarità e peso politico.

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